Cultura

Ciad-Darfur, preoccupanti movimenti alla frontiera

Spostamenti di popolazione in entrambe le direzioni testimoniano una sempre maggior insicurezza nella regione

di Redazione

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per I Rifugiati (UNHCR) sta registrando spostamenti di popolazione in entrambe le direzioni lungo la travagliata frontiera tra Sudan e Ciad, a testimonianza di una sempre maggiore insicurezza nella regione. Oltre ai 200mila rifugiati provenienti dalla regione sudanese del Darfur che hanno cercato rifugio nel Ciad orientale, infatti, vi sono segnalazioni di cittadini ciadiani che fuggono nella direzione opposta, verso il Darfur.

In Darfur occidentale, ad esempio, tra le 8mila e le 10mila persone – tra cui un numero imprecisato di ciadiani – si sono concentrate in cinque campi improvvisati intorno ai villaggi di Galu ed Azaza, circa 35 a nord-ovest di El Geneina, la principale città della regione. Secondo le prime valutazioni dell’UNHCR e delle agenzie partner, questi insediamenti spontanei sarebbero sorti negli ultimi due mesi a seguito di sanguinosi attacchi avvenuti lo scorso dicembre nella città ciadiana di frontiera di Adre.

L’UNHCR e le autorità sudanesi sono attualmente impegnati nell’attività di determinazione dello status della popolazione che si trova nei cinque insediamenti spontanei, costituita in maggioranza da donne e bambini. Domenica scorsa, una missione di valutazione condotta dall’UNHCR ed agenzie partner, insieme ad un funzionario sudanese, ha confermato la presenza di cittadini ciadiani all’interno del gruppo. Nel gruppo tuttavia si trovano anche molti sudanesi probabilmente giunti nei campi dalla speranza di ricevere assistenza internazionale.

Tutti i cittadini ciadiani che si trovano nel gruppo sono considerati di competenza dell’UNHCR e saranno considerati richiedenti asilo fino alla determinazione del loro status. Nelle interviste con il personale dell’UNHCR, i ciadiani hanno indicato un attacco sferrato da gruppi ribelli sulla città di Adre lo scorso 18 dicembre come ragione della loro fuga verso il Darfur. Gli scontri tra ribelli e forze governative ciadiane ad Adre avrebbero anche provocato la morte di oltre 100 persone. Diverse altre aggressioni si sono successivamente verificate in villaggi a nord della città, costringendo alla fuga altre persone. Alcuni dei ciadiani in fuga si sono recati direttamente nell’area di Galu, dove hanno parenti, mentre altri hanno vagato per un periodo nell’area di frontiera prima di dirigersi a piedi agli insediamenti spontanei. Inoltre si registra quotidianamente un piccolo numero di nuovi arrivi.

L’UNHCR e le agenzie partner stanno fornendo assistenza al gruppo, come la distribuzione di teloni di plastica. Alcune organizzazioni non governative (ONG) hanno scavato pozzi presso gli insediamenti per garantire un’adeguata fornitura d’acqua, oltre ad installare cisterne per l’acqua e pompe. Una ONG medica ha condotto una campagna di vaccini.

La conferma del fatto che cittadini ciadiani hanno varcato la frontiera per cercare rifugio in Darfur costituisce certamente un preoccupante segnale del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza delle aree lungo la frontiera. L’Alto Commissario per i Rifugiati António Guterres ha ripetutamente espresso profonda preoccupazione per una possibile ulteriore destabilizzazione della regione. Attualmente all’interno del Darfur vi sono 1,8 milioni di sfollati, mentre sono 200mila i rifugiati provenienti dal Darfur che si trovano in 12 campi del Ciad orientale.

Nel frattempo, è cominciata ieri la missione di una settimana in Ciad dell’Assistente Alto Commissario Judy Cheng-Hopkins, con una visita al campo di Oure Cassoni, il più grande del Ciad orientale con 29.600 rifugiati sudanesi. Nel campo la signora Cheng-Hopkins ha incontrato rappresentanti dei rifugiati.

I rifugiati hanno espresso all’Assistente Alto Commissario il desiderio di tornare a casa, ma solo quando in Darfur sarà tornata la pace. Hanno inoltre chiesto l’accesso all’istruzione secondaria peri propri figli.

Oggi Judy Cheng-Hopkins ha in programma la visita ad altri due campi del Ciad orientale, Farchana e Gaga, per poi dirigersi nel sud del paese, dove ha luogo un nuovo flusso di rifugiati provenienti dalla Repubblica Centrafricana.

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