Famiglia
Ciad: il presidente dell’ong “L’Arche de Zoé” si difende
"Sono innocente, non un criminale". Così, Eric Breteau si difende dalle accuse di sequestro di minori in Ciad
di Redazione
Si dichiara innocente il presidente dell’ong francese “Arche de Zoé”, Eric Breteau, detenuto da fine ottobre in Ciad perché accusato di “sequestro di minori” per aver tentato di trasferire illegalmente 103 bambini dal Paese africano alla Francia. In un articolo pubblicato oggi in Francia, Breteau dice di non essere “un criminale”, ma semmai “il solo ad aver tentato di fare qualcosa per il Darfur”. “Non abbiamo motivi per lamentarci. Il solo problema è che siamo detenuti, mentre siamo innocenti”, ha dichiarato il presidente di Arche de Zoé, intervistato nella sua cella ieri pomeriggio da un corrispondente locale del quotidiano francese “Sud Ouest”. “L’unica cosa che ho fatto è quella di aver voluto salvare dei bambini che sono in pericolo. Oggi si parla di me come di un criminale, mentre sono il solo ad aver tentato di fare qualcosa per il Darfur”, aggiunge Breteau, sottolineando di essere “nella situazione di colui che è detenuto contro la sua volontà”. “L’ho già detto e lo ripeto: sono innocente”, conclude, affermando che i giornalisti “non sono stati molto seri nel modo in cui hanno coperto la vicenda”. Altri cinque francesi membri dell’Arche de Zoé sono ancora in prigione a N’Djamena. Con loro anche tre membri dell’equipaggio spagnolo e quattro responsabili ciadiani. Domenica sono invece stati rilasciati tre giornalisti francesi e quattro hostess spagnole.
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