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Ciad: ribelli respinti, 150 morti

Lo ha riferito a Radio France Internationale (Rfi) il Ministro della difesa ciadiano

di Redazione

E’ stato respinto con successo l’assalto sferrato ieri alla capitale del Ciad, N’Djamena, dai ribelli del Fuc, il Fronte Unito per il Cambiamento, che puntavano a impadronirsene per rovesciare il governo e il presidente in carica, Idriss Deby Itno: lo ha confermato il ministro della Difesa dello Stato africano, Bichara Issa Djadallah, intervistato dall’emittente ‘Radio France Internationale’. A detta del ministro della Difesa, i combattimenti hanno provocato come minimo centocinquanta morti. Oltre duecento i feriti negli scontri infuriati alle porte di N’Djamena, e altrettanti gli insorti fatti prigionieri dalle truppe regolari dopo che alcune avenguardie erano temporaneamente riuscite a sfondare le linee di difesa, e a penetrare nel perimetro urbano. Secondo Djadallah, le vittime si sarebbero pero’ concentrate non nella capitale bensi’ ad Adre’, una localita’ nella parte orientale del Paese, verso la frontiera con il Sudan che Deby ha di nuovo accusato apertamente di appoggiae il Fuc e di dirigerne le operazioni, con il fine ultimo di impadronirsi dei giacimenti ciadiani d’idrocarburi, particolarmente ricchi nella regione di confine. Khartoum ha sempre escluso ogni responsabilita’.

“Gli attacchi ad Adre’ sono stati debellati, e i ribelli ricacciati nell’interno sudanese”, ha rivendicato il ministro. “A questo punto, i ribelli ormai si trovano in Sudan”. Djadallah ha pero’ evitato di precisare se tra le persone uccise vi siano stati anche civili, e quanti. Adre’ era stata conquistata dal Fuc nei giorni scorsi; ieri un portavoce del movimento a Parigi, Laona Gong, aveva denunciato l’intervento della Francia, ex potenza coloniale, i cui caccia avrebbero bombardato le postazioni del Fuc in tale citta’ e anche a Moudeina; le autorita’ francesi a loro volta hanno negato qualsiasi proprio coinvolgimento militare nel conflitto. A N’Djamena, frattanto, la situazione sembra esere tornata relativamente normale: negozi e uffici erano aperti regolarmente, il traffico veicolare sui livelli consueti, taxi compresi. Anche la scuola francese, che due giorni fa aveva “provvisoriamente” chiuso i battenti, in mattinata ha ripreso a funzionare. In tutta la citta’, stando a fonti giornalistiche presenti sul posto, si poteve pero’ notare una presenza assai maggiore rispetto al solito delle forze fedeli al presidente, dislocate in diversi punti della citta’, i cui uomini sono facilmente riconoscibili in virtu’ delle fettucce rosse che ne contraddistingono la divisa; per contro, il numero dei veicoli militari che hanno preso posizione nelle strade non era piu’ elevato di quanto non sia nei giorni qualunque.

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