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Cina-Africa, via al summit in una Pechino blindata

Sabato e domenica il Forum per la cooperazione sino-africana: verranno firmati 2500 accordi commerciali

di Redazione

In una Pechino blindata si susseguono senza sosta gli incontri tra i rappresentanti della leadership cinese, i ministri e capi di Stato di 48 Paesi africani invitati in Cina in occasione del Forum per la cooperazione sino-africana (Focac) che si terra’ sabato e domenica. Durante gli incontri odierni (Terza conferenza ministeriale) sono stati definiti gli ultimi dettagli del summit, che dovrebbe sancire il rafforzamento delle relazioni tra il continente ricco di risorse e il ‘gigante asiatico’ affamato di materie prime per sostenere la sua crescita. I partecipanti ai colloqui hanno gia’ approvato un piano d’azione, che prevede programmi di cooperazione tra le due parti per il triennio 2007-2009 e che dovrebbe portare all’esame di un totale di 2.500 accordi commerciali.

”Il Focac (quest’anno lo slogan e’ ‘Amicizia, pace, cooperazione e sviluppo’, ndr) e i suoi sviluppi costituiranno un’utile esperienza nell’ambito della cooperazione sud-sud”, ha detto oggi il vice presidente cinese Wu Yi durante l’incontro, in occasione del quale e’ stato anche deciso che la Quarta conferenza ministeriale si terra’ nel 2009 in Egitto. A margine degli incontri odierni e’ stata organizzata anche una mostra di 250 quadri che ripercorre i progressi realizzati nell’ambito della cooperazione sino-africana negli ultimi sei anni, da quando cioe’ stato creato il Focac. Una cooperazione che da molti analisti e’ stata definita come ‘neocolonialismo’ da parte della Cina in Africa, un’accusa che viene ovviamente smentita dalla leadership di Pechino. A far discutere e’ anche la ‘disinvoltura’ con cui Pechino fa affari in zone dove gli occidentali ritengono sia troppo pericoloso investire, stringe accordi con regimi corrotti che violano i diritti umani, sbaraglia facilmente ogni tipo di concorrenza con le sue merci a basso costo.

fatti dimostrano che le merci cinesi a basso costo hanno invaso i mercati africani, determinando in alcuni casi anche la perdita di posti di lavoro. Nonostante questo, pero’, sono ancora pochi i Paesi africani che non sono entrati nell’orbita del ‘gigante asiatico’ (terzo partner commerciale del continente dopo gli Stati Uniti e la Francia), che fa leva su una gradita ‘politica di non interferenza’, sull’azzeramento del debito, sull’incoraggiamento dell’export africano nel ‘gigante asiatico’, su investimenti e aiuti a pioggia.

In cambio i Paesi del continente devono sottostare a un’unica condizione: sostenere la ‘politica di un’unica Cina’ e non avere, quindi, relazioni ufficiali con Taiwan. Un diktat al quale ‘resistono’ solo cinque Paesi africani (Burkina Faso, Swaziland, Malawi, Gambia, Sao Tome’ e Principe), che sono comunque stati invitati a Pechino per il Focac. (segue) I numeri della nuova penetrazione in Africa della Cina, che dal 2004 e’ il secondo consumatore al mondo di petrolio dopo gli Stati Uniti, parlano da soli: oggi dal continente arriva il 30% delle importazioni cinesi nel settore energetico; lo scorso anno Pechino ha importato dall’Africa 38,34 milioni di tonnellate di greggio (pari a 770 mila barili al giorno, un terzo dell’import americano dal continente) e nei primi sei mesi di quest’anno si e’ registrato, nell’import, un incremento del 15,3% rispetto al 2005. L’anno scorso, inoltre, la Cina ha investito nel continente 6,27 miliardi di dollari, una cifra che corrisponde a circa il dieci per cento dei suoi investimenti all’estero. Nel 2005, inoltre, il volume dell’interscambio commerciale ha raggiunto i 39,7 miliardi di dollari e per quest’anno si prevede superera’ i 50 miliardi.

Per l’occasione – le prove generali delle Olimpiadi del 2008, come scritto di recente dalla stampa di Pechino – e’ stato dispiegato nella capitale cinese un ‘contingente’ di un milione di poliziotti e volontari, che avranno il compito di garantire la sicurezza. ”Africa, la terra del mito, del miracolo”: e’ lo slogan che campeggia nei numerosi poster che tappezzano la citta’ e che raffigurano giraffe, elefanti e zebre. Nella capitale e’ stato messo a punto anche un piano straordinario per il traffico e decine di strade sono state chiuse al traffico, mentre gli chef degli alberghi di lusso preparano menu africani e le bandiere dei Paesi del continente insolitamente sventolano a Piazza Tienanmen.

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