Mondo

Cina: Italia primo Paese beneficiato da antidumping

Il 21% delle imprese comunitarie, le cui produzioni sono salvaguardate da un dazio anti-dumping, sono infatti italiane

di Redazione

L’Italia è il paese che beneficia più di ogni altro Stato membro dell’Unione Europea dall’applicazione di misure anti-dumping nei confronti delle esportazioni cinesi. Lo annuncia Adolfo Urso, Vice Ministro alle Attività Produttive con delega al Commercio Estero, in una in base ad uno studio della Direzione Generale per la Politica Commerciale del Ministero delle Attività Produttive elaborato su dati forniti dalla Commissione Europea. In base a questa analisi il 21% delle imprese comunitarie, le cui produzioni sono salvaguardate da un dazio anti-dumping, sono infatti italiane. “Anche i settori sono importanti – sottolinea Urso – perché testimoniano i punti di forza del made in Italy”. Le 34 misure anti dumping fino ad oggi adottate dall’Unione nei confronti della Cina riguardano in particolare il tessile-abbigliamento, la siderurgia, la chimica, l’elettronica, l’agricoltura e l’agroalimentare. Si va dai dazi anti-dumping per i carrelli elevatori a quelli per tv color, biciclette, accendini e dischetti per personal computer. Le misure attualmente in vigore partono da una maggiorazione del prezzo all’importazione dal 30% fino a superdazi che raggiungono il 69%, durano 5 anni e sono rinnovabili. “Vengono tutelate – prosegue il Vice Ministro – sia le grandi aziende sia le piccole e medie imprese. Solo nella prima metà del 2005, dall’antidumping sono state difese le vendite di prodotti nostrani per un valore di 21 miliardi di euro. Questo significa che in assenza di queste misure il volume di affari sarebbe stato assai inferiore a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati”. Inoltre le misure, in base ai dati forniti dalla Commissione, hanno contribuito a mantenere un’occupazione diretta di oltre 100.000 posti di lavoro in Italia. “Sono pienamente soddisfatto – ha concluso Urso – l’Italia è riuscita negli ultimi mesi ad imporre un nuovo passo all’Europa ed è diventato il paese che beneficia di più degli altri delle misure di salvaguardia. Ciò significa che siamo sicuramente tra i paesi più esposti alla concorrenza sleale ma, allo stesso tempo, che esistono degli strumenti validi per ripristinare le pari condizioni commerciali. L’importante è sempre dimostrare i fatti e non semplicemente invocare misure protezionistiche. Con il tessile abbiamo, ad esempio, firmato un accordo con la Cina che sta già fornendo buoni risultati e, sono sicuro, riusciremo a raggiungere un obiettivo simile entro l’autunno anche per il comparto delle calzature”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.