Mondo
Cinema: la notte degli Oscar, i vincitori
La statuetta per il miglior vinta da 'Crash', un film composito sulle tensioni razziali a Los Angeles
di Redazione
Sorpresa agli Oscar: il western gay ‘Brokeback Mountain’, grande favorito al premio per il miglior film dell’anno, e’ stato battuto sul filo di lana da ‘Crash’, un film composito sulle tensioni razziali a Los Angeles. E’ stata una edizione degli Oscar ricca di temi politici e di democrazia nella distribuzione delle statuette: le sei categorie principali (i quattro attori, piu’ regia e miglior film) sono andate infatti a sei film diversi, un fatto che non accadeva da molti anni nella storia della notte magica di Hollywood.
Non vi e’ stato un dominatore: ben quattro film hanno ottenuto tre Oscar a testa. Il favorito ‘Brokeback Mountain’ ha conquistato il premio per il miglior regista, con Ang Lee, e le statuette per la miglior sceneggiatura (adattata) e colonna sonora. Ma e’ stato ‘Crash’ a vincere l’Oscar piu’ ambito, quello per il miglior film, tra la sorpresa del regista Paul Haggis e degli attori che si sono abbracciati increduli quando Jack Nicholson ha letto il nome del film vincitore. Haggis ha vinto anche l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale mentre la terza statuetta e’ giunta a ‘Crash’ per il montaggio. Triplette di Oscar hanno conquistato anche ‘King Kong’ (tutte in categorie tecniche) e ‘Memorie di una Geisha’ (costumi, scenografia e fotografia). Da notare che sia ‘Munich’ di Steven Spielberg che ‘Good Night, and Good Luck’ di George Clooney sono usciti senza statuette dalla notte degli Oscar. Non vi sono state sorprese nei premi ai due migliori attori. Dopo avere rastrellato quasi tutti i riconoscimenti della stagione per il suo ritratto dello scrittore gay Truman Capote, Philip Seymour Hoffman e’ riuscito a portare a casa anche l’Oscar (ringraziando con parole commosse sua madre).
In campo femminile si e’ imposta la favorita Renee Whiterspoon (Walk the Line) che ha avuto a sua volta sentite parole di ringraziamento per la sua famiglia del Tennessee che l’ha tenuta con i piedi per terra. Al tema razziale di ‘Crash’ e al dramma gay di ‘Brokeback Mountain’ la notte degli Oscar ha aggiunto anche le questioni politiche legate ai film che si sono imposti nelle categorie degli attori non protagonisti. George Clooney e’ stato premiato per il suo ruolo di agente della Cia nell’intricato ‘Syriana’ (che esplora gli intrighi del mondo del petrolio). Nel suo discorso di ringraziamento Clooney ha negato che Hollywood sia ‘non in sintonia’ con i problemi della societa’. Rachel Weisz, al settimo mese di gravidanza, ha conquistato la statuetta per il ruolo di una attivista per il terzo mondo che viene assassinata da una multinazionale (nel filom ‘The Constant Garden’, tratto da un romanzo di John LeCarre’).
I tre candidati italiani sono rimasti a bocca asciutta. Il film di Cristina Comencini ‘La Bestia nel Cuore’ e’ stato sconfitto, nella categoria del miglior film straniero, dal sudafricano ‘Totsi’. La costumista Gabriella Pescucci e’ stata sconfitta dal favorito ‘Memorie di una Geisha’ mentre la musica scritta da Dario Marianelli per ‘Orgoglio e Pregiudizio’ non ha vinto la statuetta, andata invece al tema romantico di ‘Brokeback Mountain’.. Il regista Robert Altaman, che ha ricevuto un Oscar alla carriera, ha lasciato tutti a bocca aperta rivelando di avere ricevuti un trapianto del cuore undici anni fa: nel suo petto batte il cuore di una trentenne. Il regista non aveva mai rivelato la operazione. L’ha fatto, a sorpresa, agli Oscar per sottolineare che il riconoscimento alla carriera non significa la fine della sua attivita’: sta lavorando a diversi progetti, aiutato dal suo cuore ‘giovane’.
L’Oscar per la miglior canzone e’ andata a ‘Come e’ dura la vita di un magnaccia’, un ritmo rap dal testo modificato apposta per la esibizione sul palcoscenico della Academy, con tutte le parolacce censurate.
La ABC ha trasmesso la cerimonia con un ritardo di cinque secondi per bloccare con un ‘blip’ elettronico eventuali parolacce sfuggite ai premiati, ma non c’e’ stato bisogno. Tutti si sono comportati bene. Grandi elogi ha ricevuto il maestro delle cerimonie, il comico Jon Stewart, specializzato in umorismo politico, che ha fatto ridere le celebrita’ di Hollywood col suo monologo iniziale e che ha condotto con ritmo e arguzia la lunga trasmissione. La trovata piu’ originale della serata l’hanno avuta gli autori del documentario ‘La Marcia dei Pinguini’ che si sono presentati al Teatro Kodak con quattro pinguini di pezza di dimensioni quasi reali. Sono stati premiati dalla Academy con un Oscar.
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