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Clooney, versione casco bianco

L'attore in missione a Abyei, la zona cuscinetto fra il Nord e il Sud

di Redazione

George Clooney punta il dito verso un campo. Lì nel 2008 è stata scavata una fossa comune per seppellire le vittime degli scontri armati fra esercito governativo e l’esercito di liberazione del Sud Sudan.

Si trova ad Abyei, nella regione che fa da cuscinetto fra il Nord e il Sud del Sudan. «Quando arriva uno tsunami fai di tutto per evitarlo» ha detto l’attore americano, spiegando le ragioni del suo viaggio.

Clonney aveva visitato il Darfur nel 2008, con suo padre Nick, giornalista.

Ora ha deciso di ritornare con la giornalista televisiva Ann Curry per attirare l’attenzione sul Sud, che il 9 gennaio dovrà decidere con il referendum l’indipendenza o meno dal Nord. Un appuntamento delicato che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite segue con apprensione, perché il timore è che si riaccenda il conflitto.

Dal 1983 al 2005, più di due milioni di persone morirono e quattro milioni furono costrette a lasciare le loro case durante la guerra. Nel 2005 Nord e Sud hanno firmato un trattato di pace, che però non ha sciolto alcuni dei nodi più importanti, come la distribuzione dei proventi del petrolio nelle zone contese.

Ad anni luce dalle passerelle e dai gossip, Cloneey sta visitando alcune città del Sud Sudan, con l’obiettivo di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su «uno tsunami in arrivo», come l’ha definito, nella speranza che non accada.

Insieme al gruppo di persone che lo accompagna, alcuni dei quali cineoperatori, Clooney ha visistato anche i villagi di Lul, un’area dove Human Rights Watch ha documentato di recente omicidi e stupri da parte dei soldati del Sud Sudan, contro i civili che si opponevano al governo del Movimento di liberazione del Sud.

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