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Colombia: 60mila indios chiedono fine delle violenze

60.000 indios hanno fatto il loro ingresso oggi a Cali (Colombia sud-occidentale) centrale, ponendo fine ad una marcia di 100 chilometri contro tutte le violenze

di Redazione

Percorrendo l’Avenida Quinta, il principale viale d’accesso alla citta’, circa 60.000 indios hanno fatto il loro ingresso oggi a Cali (Colombia sud-occidentale) centrale, ponendo fine ad una marcia di 100 chilometri contro tutte le violenze cominciata martedi’. Secondo gli osservatori, l’iniziativa, realizzata dalla Organizzazione nazionale indigena (Oci), e’ stata la piu’ importante degli ultimi anni ed ha messo in risalto il malessere esistente fra gli indios del paese. Obiettivo principale della marcia era denunciare ”un vero e proprio etnocidio” di cui sarebbero responsabili tutti i protagonisti della guerra civile che si trascina da oltre 40 anni in Colombia: le guerriglie di sinistra, i paramilitari di destra, e le forze regolari dell’esercito. Il segretario generale dell’Oci, Lizardo Dominico’, ha sottolineato il clima di totale tranquillita’ in cui si e’ svolta la protesta ed ha aggiunto che essa e’ ”un avvertimento al governo che deve riconoscere la forza di questo movimento e rispettare i nostri diritti, autonomia e cultura”. Ultimo atto della mobilitazione, domani gli indios parteciperanno nella Piazza San Francisco di Cali ad una Udienza pubblica in cui sara’ letto, e verosimilmente approvato, un documento, denominato ‘Mandato popolare’, di condanna in generale della politica del governo del presidente Alvaro Uribe. Secondo fonti dell’organizzazione, almeno 15.000 indios sono stati espulsi dai loro territori nativi nel decennio passato, mentre un centinaio sono stati uccisi nell’ultimo anno.

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