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COLOMBIA. Massacro di indigeni Awa

Dodici persone, tra cui quattro bambini, hanno perso la vita. E' il secondo attacco mortale in pochi mesi alla comunità indigena, vittima indifesa di persecuzioni. La denuncia dell'associazione A Sud

di Redazione

A un mese dalla Missione Onu di Verifica sulla situazione dei popoli indigeni in Colombia, che ha parlato di “situazione disastrosa” e di “vulnerazione di tutti i diritti umani fondamentali a danno delle popolazioni originarie” un nuovo massacro ha colpito il popolo indigeno Awa, nella regione del Nariño. I fatti dei giorni scorsi hanno portato alla morte di 12 indigeni delle comunità Awa, tra cui 4 bambini.

La regione sudoccidentale era stata toccata alla fine di luglio dalla Missione e visitata dal Relatore delle Nazioni Unite per le questioni indigene proprio perchè considerata una delle zone dove violazioni e assassini di indigeni sono più gravi e frequenti.

Non è la prima volta che il popolo Awa è vittima di massacri e di gravi violazioni dei diritti umani: nel marzo 2009 era già stato vittima di un eccidio, nel quale avevano perso la vita oltre 30 indigeni.

Le autorità indigene si sono pronunciate rilevando la totale mancanza di protezione ed appoggio da parte del governo e chiedendo un programma di protezione integrale per garantire la sopravvivenza dei popoli indigeni a rischio. La Onic, Autorità di Governo indigeno della Colombia, ha condannato con forza la strategia di terrore e morte portata avanti contro i popoli indigeni, accusando le autorità pubbliche di non adempiere alle raccomandazioni formulate dall’Onu, dalla Cidh (Commissione interamericana di diritti umani) e da tutte le organizzazioni internazionali che difendono i diritti umani.

Ieri giovedì 27 agosto una missione composta da autorità indigene e rappresentanti delle Nazioni Unite è partita alla volta della comunità Gran Rosario, dove è accaduto l’eccidio, per raccogliere informazioni e testimonianze e contribuire ad acclarare le responsabilità dell’accaduto.

“Ci uniamo alle voci di condanna di quanto accaduto”, dichiara l’associazione A Sud, ambasciata politica della Onic in Italia, “unendosi altresì alla richiesta, rivolta alle autorità pubbliche colombiane ed internazionali, di mettere in atto le misure necessarie a garantire la vita e l’integrità delle popolazioni indigene colombiane e di chiarire e punire attraverso indagini rapide, trasparenti ed imparziali le responsabilità dei fatti”.

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