Il presidente della Fondazione per il Sud, Carlo Alfiero, traccia il bilancio dei primi due anni di lavoro È soddisfatto e ragionevolmente ottimista Carlo Alfiero, dal maggio di quest’anno presidente di Fondazione per il sud. Sa che per dei buoni risultati ci vuol tempo: «Lavoriamo per far crescere un alberello sperando che intorno all’alberello cresca un piccolo giardinetto, un’oasi o addirittura una foresta». Allo stesso tempo sa che il percorso fatto fin qui del resto gli dà ragione.
Vita: Può farci un bilancio dei primi due anni?
Carlo Alfiero: Direi che è positivo. Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo posti per i primi 24 mesi, considerando che il primo anno è stato impegnato nella costituzione e nella soluzioni delle diverse questioni organizzative. Abbiamo lanciato i bandi per il 2007, quelli per il 2008. Dei primi non è ancora possibile vedere gli esiti:riguardavano l’educazione e i progetti sono partiti con quest’anno scolastico. Stiamo facendo un monitoraggio ma è presto per trarre conclusioni.
Vita: In ogni caso la fondazione ha saputo mettere in movimento molte energie.
Alfiero: Su questo non c’è dubbio. Sempre nel 2007 abbiamo avuto 1400 progetti, migliaia di associazioni si sono messe in rete per farli. E uno dei nostri obiettivi era appunto sviluppare l’infrastrutturazione, spingere il Terzo settore a mettersi in rete, a costruire sinergie. Alla fine dei1400 progetti ne abbiamo finanziati 67, per un totale di circa 600 realtà in partenariato, di volontariato e Terzo settore. Una media di 8, 9 organizzazioni a progetto.20mila sono i beneficiari diretti; molti di più quelli indiretti. Un buon risultato pensando che siamo ancora nella fase di start up.
Vita: E il futuro?
Alfiero: La fondazione ha scelto di lavorare entro 5 ambiti tematici e di privilegiarne uno ciascun anno: per creare un quadro strategico unitario, evitare i finanziamenti a pioggia dispersi in mille rivoli e dare obiettivi strategici. Per il 2008 tale ambito riguarda i beni comuni. Distinti anche a livello di iniziative in due segmenti: quello dei beni storico-artistici e culturali e quello dell’ambiente. Beni artistico-culturali intesi in senso ampio, comprensivo delle tradizioni, delle culture eno-gastronomiche, nelle quali il Terzo settore può facilmente inserirsi. Il bando, che stanzia 5 milioni di euro, è stato chiuso a fine agosto: sono stati presentati 300 progetti che hanno coinvolto circa 2mila soggetti. L’altro aspetto concerne la protezione dei parchi e delle foreste in particolare dagli incendi. Lei sa che l’80% degli incendi si sviluppa nel Meridione? Per far fronte a questo problema, abbiamo pensato più che ai bandi a degli inviti. Abbiamo invitato i 40 parchi,regionali o nazionali, presenti nelle 6 regioni di nostro interesse, a presentare progetti messi a punto assieme alle organizzazioni di volontariato e di Terzo settore. Per questa attività sono disponibili 6 milioni, una cifra significativa per lanciare iniziative di formazione di persone che poi si devono impegnare per la tutela ambientale e la prevenzione degli incendi .In pratica continuiamo nella strategia di sostenere l’autosviluppo del Sud, di favorire la crescita delle potenzialità positive,di valorizzare il buono che il Meridione sa esprimere.
Vita: L’altro fronte è quello delle fondazioni di comunità.
Alfiero: Esattamente. Oltre alle “iniziative esemplari”, nel senso che devono essere tali da suscitare energie locali ed essere d’esempio, adottiamo un secondo strumento, quello delle fondazioni di comunità che noi consideriamo importantissime. Per dirla con una battuta: dal territorio per il territorio. Ovvero il tentativo di suscitare localmente la voglia di donare. Nel mondo è una realtà molto diffusa: esistono 1500 fondazioni di comunità. Nell’Italia settentrionale ce ne sono 22. Nessuna nel Meridione. Il nostro scopo è utilizzare questo strumento in maniera forte e decisiva. Siamo convinti che sia veramente una maniera per suscitare negli altri la voglia di mettersi insieme, di donare per ricevere.
Vita: Per le fondazioni di comunità non fate bandi.
Alfiero: Infatti: preferiamo che le iniziative partano dalle comunità. Abbiamo adottato però un meccanismo interessantissimo. In pratica se un comitato promotore fa un progetto per una fondazione di comunità e raccoglie le risorse minime (una soglia veramente bassa: 100mila euro), noi raddoppiamo il capitale iniziale a fondo perduto, per poi continuare a raddoppiarlo fino a 2,5 milioni in funzione della raccolta fondi successiva.
Vita: Un bello stimolo…
Alfiero: Ovviamente così come selezioniamo seriamente i bandi da finanziare, altrettanto facciamo con le fondazioni di comunità. I progetti che ci sono presentati sono vagliati con molto scrupolo. Fino ad ora purtroppo non ne sono arrivati ancora di validi. Sappiamo che ci sono almeno 4 o 5 iniziative che si stanno muovendo… Abbiamo stanziato 6 milioni nel 2007 e 6 nel 2008 e ancora non abbiamo dato niente.
Vita: Quindi ci sono 12 milioni a disposizione…
Alfiero: Sì. Il territorio risponde meno ma va detto che si tratta di una grossa innovazione piuttosto complicata.
Vita: Entro fine anno nascerà la prima fondazione di comunità?
Alfiero: Penso di sì. Mi arrivano buone notizie. In Campania un paio di progetti sono abbastanza avanzati.
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