Famiglia
Come crescere il figlio venuto da lontano
Quattro libri che guidano i genitori nella post adozione
di Redazione
di Graziella Teti
«L?adozione è l?atto giuridico attraverso il quale si stabilisce un rapporto di paternità e maternità fra due adulti e un bambino non nato da loro. Adottare significa dare una famiglia a un bambino che non l?ha più o che non l?ha mai avuta. Il rapporto padre/figlio, madre/figlio non scaturisce con automatismo da un fatto biologico: è il ?vivere per? e il ?vivere con? che crea un rapporto pieno, autentico e naturale, anche fra persone nate agli antipodi».
Diventare genitori attraverso l?adozione è oggi una scelta per un numero sempre crescente di persone che, per motivi anche assai diversi (difficoltà a procreare, ma anche scelta ideale o solidaristica), aspirano a misurarsi con un?esperienza tanto esaltante e arricchente quanto difficile. Il consistente incremento delle adozioni registratosi negli ultimi anni, con il coinvolgimento di bambini di età anche elevata, con alle spalle storie difficili, ha visto parallelamente crescere la complessità dell?esperienza con cui i genitori adottivi sono chiamati quotidianamente a misurarsi. Inoltre, le esigenze dei figli si sono modificate e si modificano nel tempo e nuove e successive tappe della crescita pongono ai genitori istanze diverse. Conseguentemente, nel corso degli ultimi anni è andata significativamente aumentando la richiesta di occasioni di approfondimento e di confronto sul tema.
Il mercato editoriale propone oggi una buona varietà di testi, anche se la qualità non è sempre altissima. Dai testi ?tecnici?, che illustrano leggi e procedure, ai testi psicologici o sociologici, alla narrativa, ai diari di genitori adottivi che – a volte con ironia e ingenuità – descrivono le loro esperienze personali. Permane nell?opinione comune un approccio forse eccessivamente semplicistico, dove gli aspetti di difficoltà vengono riferiti più al ?prima? (problemi burocratici, tempi, costi…) piuttosto che al ?dopo?, una volta che il bambino sia stato inserito in famiglia.
Pur crescendo l?attenzione su questi temi, quindi, ancora troppo spesso le implicazioni psicologiche e sociali legate alla crescita di un figlio adottivo rischiano di essere pericolosamente sottovalutate da famiglie e operatori, certo non aiutati dalla banalizzazione (e spettacolarizzazione) dei mass media su queste tematiche. Tra le tante proposte editoriali riteniamo quindi utile proporvi due testi tecnici e uno esperienziale, interessanti per la gran mole di informazioni e per gli approfondimenti che propongono, insieme a un buon romanzo che sa toccare nel profondo, affrontando in modo ?caldo?, diretto e delicato, una delle tematiche più difficili e a volte dolorose per il figlio adottivo e per la sua famiglia: quella del confronto con i ?chi? e i ?perché? della propria storia. Chi era mia madre? Perché mi ha lasciato? Perché è successo proprio a me? Chi sono? Di chi sono figlio? Interrogativi non eludibili ai quali dobbiamo prepararci a dare risposta.
D?altra parte la legge 149/01 ha introdotto la possibilità per i figli adottivi, pur con alcune importanti limitazioni, di accedere alle informazioni sul proprio passato. Dalle risposte che – come genitori e come istituzioni sapremo dare – dipenderà la possibilità per tanti giovani adottivi di comprendere e accettare la propria storia, lenire il dolore che da essa è derivato ed essere a pieno titolo figli dei genitori che li hanno voluti e amati.
Chi è
Graziella Teti, 49 anni, è sposata, ha due figli ormai grandi, la secondogenita è di origine vietnamita. Di formazione pedagogica, dal 1977 lavora al Ciai – Centro italiano aiuti all?infanzia, ente autorizzato all?adozione internazionale e ong. Attualmente è responsabile del settore Adozioni internazionali dell?associazione e coordina il centro studi.
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