Comitato editoriale Progetto Arca
Al Meeting di Rimini portiamo il nostro modello di housing sociale
Un stand dal titolo “L’unica strada è la casa” e due incontri. Così la fondazione è presente nei padiglioni riminesi dal 22 al 27 agosto. Obiettivo raccontare come la bellezza, la responsabilità e l’autonomia siano per Progetto Arca lo strumento per ricominciare una nuova vita
di Redazione

Lo scorso anno al Meeting di Rimini Fondazione Progetto Arca aveva raccontato 30 anni di storia a fianco delle persone fragili e povere con una mostra dal titolo “Per chi esistono le stelle?”. La scelta di quest’anno è quella di presentare sempre a Rimini, in occasione dell’edizione 2025 Meeting intitolato “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi” (dal 22 al 27 agosto) il suo modello di housing sociale grazie allo stand “L’unica strada è la casa”.
La casa, inizio di una storia nuova
Cosa si penserebbe di un annuncio immobiliare che recita: “Un appartamento semplice per chi non ama i fronzoli e vuole una casa sempre in ordine. Qui ogni gesto quotidiano è un piccolo passo verso un futuro stabile e sereno. L’appartamento è realizzato con materiali solidi: presenza, ascolto, cura”?. E che dire di quest’altro: “Immagina di svegliarti qui. La luce che entra dalle tende, la moka sul fuoco, e una giornata davanti che sa di cose semplici, quelle che per troppo tempo ti sono mancate. Non è solo una casa, è una storia nuova che inizia. La tua”?
Sono due esempi di annunci che propone una speciale agenzia immobiliare alle cui pareti sono affisse numerose offerte di case a Milano, Pavia, Genova, Roma, Napoli. Tutti gli annunci riportano il cartello assegnato, al posto di vendesi o affittasi, sotto la grande insegna l’unica strada è la casa.
Uno stand per toccare con mano un modello
Fondazione Progetto Arca si presenta al Meeting di Rimini proponendo ai visitatori di entrare nel proprio stand per toccare con mano la realtà dell’emergenza abitativa in cui migliaia di persone e famiglie vivono e dei servizi di housing sociale proposti dalla fondazione come soluzione per recuperare la propria vita, la dignità e l’indipendenza, intraprendendo un percorso di recupero sociale, partendo proprio dalla casa. In Italia più di 100 famiglie al giorno perdono la casa (dati del ministero dell’Interno nel 2023 sono stati emessi oltre 39mila provvedimenti di sfratto di cui l’80% per morosità incolpevole).
Varcata la soglia dello stand, ci sia addentra in un appartamento arredato composto da soggiorno, cucina, camere da letto e bagno: ambienti che costituiscono la normalità di una casa e che spiegano come Progetto Arca offra assistenza, sostegno alimentare e accoglienza abitativa a migliaia di persone povere da oltre 30 anni.
I video e i pannelli alle pareti delle stanze, che riportano le testimonianze di donne e uomini accolti, permettono di conoscere tutti i servizi della fondazione: accoglienza, sostegno alimentare, orientamento al lavoro.
Le case per i senza dimora
Negli ultimi 10 anni Progetto Arca ha aumentato la sua disponibilità di case per l’accoglienza, passando da 27 a 167 in tutto il territorio italiano – con maggiore concentrazione a Milano – messe a disposizione di persone senza dimora, genitori soli e famiglie in emergenza economica e abitativa, richiedenti asilo e rifugiati, proponendo a ognuno un percorso personalizzato di integrazione.
La casa, un diritto è il pilastro della vita di ciascno
Nell’ultimo anno 9 persone accolte su 10 sono tornate a vivere in una casa propria. «La casa è un diritto umano fondamentale, il pilastro della vita di ognuno di noi, il punto di partenza per ogni vero percorso di integrazione», dichiara Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca.
«Per raggiungere questa integrazione non basta assegnare una casa, è necessario accogliere le persone fragili in luoghi ospitali e funzionali, perché vivere nella bellezza è uno stimolo a credere che sia davvero possibile avere una nuova prospettiva», continua. «Da qui le nostre equipe socie-educative e i nostri instancabili volontari iniziano ad accompagnare le persone in un percorso di reale ricostruzione della vita, fatto anche di formazione sulla gestione delle spese e su un piano di risparmio, e di opportunità di lavoro e di socializzazione»
Sinigallia conclude: «Bellezza, responsabilità e autonomia sono i capisaldi del modello di housing sociale proposto da Progetto Arca».
Lo stand e gli incontri
Lo stand di Progetto Arca – realizzato grazie a Osama – si trova di fronte all’arena CdO, padiglione C1.
La bellezza come strumento per dare nuova linfa vitale a chi vive momenti di fragilità è al centro anche dell’incontro in programma sabato 23 agosto organizzato da Progetto Arca con Alice Stefanizzi (direttrice marketing, fundraising e comunicazione) e Costantina Regazzo (direttrice dei servizi) al fianco di Franco Mussida, fondatore e presidente del Cpm Music Institute, che da due anni collabora con la fondazione per la realizzazione di progetti musicali all’interno delle strutture di accoglienza per una loro riqualificazione e umanizzazione.
Un esempio di questo sono le “audioteche per il ristoro emotivo”, ambienti creati per offrire agli ospiti un tempo dedicato all’ascolto di brani strumentali di diversi stili divisi per stati d’animo, per accompagnarli in un percorso che orienta positivamente il loro umore.
Un altro incontro che vede la presenza di Progetto Arca con il suo presidente Alberto Sinigallia è una riflessione su come le competenze e le risorse del settore profit, integrandosi alla profonda conoscenza dei bisogni e alla capacità di mobilitazione del non profit, possano dar vita a modelli di cooperazione virtuosi. È possibile così delineare strategie che aumentano l’efficacia degli interventi e siano anche orientate a una migliore sostenibilità ambientale, sociale e di governance, costruendo un futuro più equo e resiliente per tutti. “Partenariato profit – non profit: nuove frontiere di uno sviluppo sostenibile” è in programma lunedì 25 agosto.
In apertura foto di DanieleLazzaretto – da Ufficio stampa
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