Comitato editoriale Fondazione di Comunità Salernitana

Con il progetto “Save Love” una feste della mamma negli istituti penitenziari di Avellino e Salerno

Un evento che diventa un’occasione per restituire alle madri detenute un pezzo di quotidianità genitoriale e ai loro figli un frammento di normalità, attraverso giochi, laboratori espressivi, danze popolari e scambi simbolici di doni

di Redazione

Un grande amore delle madri detenute per i propri figli, che va ben oltre le sbarre. Lo celebra oggi, nella Casa circondariale “Antimo Graziano” di Avellino, il progetto “Save Love – CuriAmo la relazione”, promosso dalla Fondazione della Comunità Salernitana, selezionato dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’iniziativa sarà replicata il 13 maggio nella Casa circondariale “Antonio Caputo” di Fuorni (Salerno), sempre in collaborazione con i partner operativi nei rispettivi istituti.

La due giorni va oltre il semplice festeggiamento. “Mamme per mamme” è il nome scelto e che, nel segno di una moltiplicazione, tiene insieme storie di assenza e tentativi coraggiosi di presenza. È un’occasione per restituire alle madri detenute un pezzo di quotidianità genitoriale e ai loro figli un frammento di normalità. Attraverso giochi, laboratori espressivi, danze popolari e scambi simbolici (come la consegna di piantine da parte dei figli e quella di giocattoli nuovi da parte delle madri), si scriverà una narrazione diversa del carcere: non è più solo un luogo di pena, ma anche uno spazio di relazione. Il gesto del dono, qui, parla di cura e legami. A Salerno sarà allestito anche un buffet di dolci, preparati dalle mamme con la guida dei docenti dell’Istituto alberghiero “Roberto Virtuoso” di Salerno. In questi giorni è in corso la raccolta di giocattoli nuovi e confezionati (via Romualdo II Guarna, Salerno – infoline al numero 089-253375) che rappresenta un ponte tra dentro e fuori.

«Il nostro vuole essere un invito alla comunità esterna a non voltarsi dall’altra parte», sottolinea Antonia Autuori, presidente della Comunità Salernitana. «Una madre in carcere sconta due pene: quella legata alla colpa e quella della distanza. Ma non bisogna dimenticare che esiste il diritto di essere genitore, nonostante tutto».

«Il progetto ha coinvolto attivamente le direzioni penitenziarie e i partner territoriali, confermando l’urgenza e la necessità di costruire percorsi di umanità laddove sembrerebbe impossibile», sottolinea Maria Patrizia Stasi, coordinatrice di Save Love. «In questi mesi c’è stato un lavoro silenzioso e proficuo che sta accompagnando tutti gli operatori ad acquisire nuove consapevolezze».

Il partenariato del progetto è composto da: Faro; “E si prese cura di lui” società cooperativa sociale; Aragorn Iniziative Srl; Arcidiocesi di Salerno – Campagna Acerno; associazione “La tenda Centro di solidarietà Onlus”; associazione Comunità Emmanuel Onlus; associazione di volontariato “La casa sulla roccia – Centro di Solidarietà”; associazione Paideia Onlus, Azienda speciale consortile A04; Azienda speciale Sele Inclusione Assi – Azienda territoriale per i servizi alla persona; Caritas diocesana di Avellino; Casa circondariale “A. Caputo” di Salerno; Casa circondariale “Antimo Graziano” di Avellino; Casa circondariale Lauro; Casa Reclusione Icatt Eboli; Comune di Salerno; Demetra società cooperativa sociale; Fondazione Caritas Salerno; L’approdo Service società cooperativa sociale; Migranti senza frontiere; Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Salerno; Ufficio locale esecuzione penale esterna di Avellino.

Credit: foto di Kindel Media su Pexels

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