Comitato editoriale
Roma, la Commissione parlamentare sulle periferie a San Basilio
I 20 deputati coinvolti hanno incontrato i presidi sociali del quartiere. Ecco il resoconto degli operatori dell'ong WeWorld presenti da tempo con progetti di inclusione e contrasto alla povertà educativa
di Redazione

La Commissione d’inchiesta della Camera dei deputati sullo stato della sicurezza e del degrado delle città e delle loro periferie ha visitato il Quartiere di San Basilio a Roma, dove ha incontrato, tra gli altri, le operatrici dei Progetti dell'ong WeWorld Frequenza200, contro la povertà educativa, e Spazi Donna, per l’orientamento e lo sviluppo delle donne, il parroco Don Stefano, rappresentanti del IV Municipio, dirigenti dei Commissariati di zona e le associazioni impegnate nel territorio, come il Centro culturale Aldo Fabrizi.
La Commissione, istituita nel luglio scorso, comprende 20 deputati di tutti i principali partiti tra cui: Andrea Causin, Roberto Morassut, Antonio Misiani, Milena Santerini. Ha come compito principale la verifica dello stato del degrado e del disagio delle città e delle loro periferie, con particolare riguardo alle implicazioni socio-economiche e di sicurezza, attraverso l'esame di una serie di fattori: struttura urbanistica e composizione sociale dei quartieri periferici; realtà produttive, disoccupazione (in particolare femminile e giovanile); forme di povertà, marginalità e di esclusione sociale; istruzione e offerta formativa; presenza di migranti. Dopo il varo del Fondo per la povertà educativa che nei prossimi mesi sosterrà “interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”, l’attività della Commissione è un segnale importante per le aree del nostro paese che più risentono dei fenomeni di esclusione sociale, degrado e insicurezza alimentati dalla crescente povertà e amplificati da contesti urbani mal progettati.
Nelle periferie delle grandi città italiane, che spesso costituiscono un modello negativo di progettazione urbana, bambini e donne soffrono di gravi forme di esclusione, derivanti non solo dalla mancanza di mezzi economici, ma da una condizione di isolamento, assenza di opportunità di incontro e relazione sociale, che sfociano spesso nella violenza domestica e nella criminalità. "Ma le periferie non sono solo territori ad alta densità di disagio, possono essere anche luoghi in cui coltivare progetti audaci di riconnessione, o come dice Renzo Piano, di rammendo urbano. E’ possibile creare presidi ad alta intensità educativa e sociale, spiega Stefano Piziali, Responsabile Advocacy e programma Italia di WeWorld.

A San Basilio WeWorld opera in collaborazione con Cemea del Mezzogiorno e Be Free occupandosi, in collaborazione con le scuole e altre associazioni del territorio, per garantire alcuni servizi essenziali (istruzione, assistenza sociale, supporto psicologico), ma anche luoghi di progettazione sociale. In particolare con due interventi sperimentali e innovativi per contrastare la dispersione scolastica e prevenire la violenza e favorire l’inclusione socio-economica delle donne. “Progetti analoghi sono attivi in altre aree urbane e sono possibili grazie alla presenza nel nostro paese di una infrastruttura sociale che, sebbene bistrattata dai tagli al welfare, ancora è in grado di progettare e garantire servizi in grado di impattare in modo positivo sulle vita quotidiana di quanti vivono in contesti di oggettiva difficoltà”. Dichiarazione con le scuole e altre associazioni del territorio, per garantire alcuni servizi essenziali (istruzione, assistenza sociale, supporto psicologico), ma anche luoghi di progettazione sociale.
"Lavorare con donne e bambini qui è ancora più importante perché sono proprio loro a risentire maggiormente sia della povertà economica sia di condizioni di diseguaglianza ed esclusione. Tuttavia, è proprio qui dove a volte sembra mancare la speranza, che le persone possiedono risorse inaspettate per valorizzare i propri contesti di vita, rendendo i quartieri luoghi più inclusivi, attraverso la riprogettazione di micro spazi urbani, la riconnessione degli spazi personali e sociali di vita, la valorizzazione delle proprie competenze", continua Piziali. “Nelle periferie urbane c’è di più di quello che sembra e c’è un bello che merita di essere ri-conosciuto. Speriamo che la Commissione riesca a suggerire proposte per migliorare le politiche rivolte alle periferie, favorendo il consolidamento di quei servizi essenziali per contrastare la povertà e l’esclusione sociale che quasi ovunque sono tenuti in vita solo dal Terzo settore”.
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