Welfare
Comunità, allarme sopravvivenza
Intervista a Vita.it del presidente della federazione delle Comunità terapeutiche: «I fornitori non ci fanno più credito»
di Redazione

25 milioni di euro: è questo il credito che, a oggi, le 671 comunità terapeutiche italiane vantano nei confronti della pubblica amministrazione e delle Regioni. Lo ha riferito fa Giovanni Serpelloni, a capo del Dipartimento nazionale antidroga, durante un dibattito con gli assessori regionali a Trieste, nell’ambito della quinta Conferenza nazionale sulle droghe.
Di questi 25 milioni, 9,5 sono crediti da corrispondere alla Fict. La federazione delle comunita’ terapeutiche guidata da don Mimmo Battaglia. «I numeri sono questi e si commentano da soli», dice a Vita.it a margine della seconda giornata della conferenza di Trieste, dedicata come da programma agli approfondimenti tematici e all’intevento del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano.
La vostra è una federazione che riunisce 49 realtà sparse su tutto il territorio nazionale. Come sono distribuiti questi crediti?
Circa il 60% di loro si concentrano in quattro regioni: Calabria, Sicilia, Campania e Lazio. La mia comunità, il centro calabrese di solidarietà di Catanzaro da solo vanta un credito nei confronti delle Asl, ma anche del ministero della Giustizia di 1,4 milioni di euro.
Quali le conseguenze di questo ammanco?
Molto semplicemente i fornitori non ci fanno più credito e così da novembre non paghiamo più gli stipendi ai nostri 40 addetti. E per il vitto per i 75 ragazzi in percorso nella struttura dobbiamo ringraziare alcune associazioni di volontariato che raccolgono il cibo per noi.
Ci sono operatori che hanno minacciato di andarsene?
No, nessuno ha fatto venir meno il senso della mission che caratterizza il loro lavoro e che, mi permetta di dirlo, ci consente di non chiudere i battenti.
Il capo del dipartimento nazionale antidroga Giovanni Serpelloni ieri proprio qui a Trieste ha annunciato un piano di rientro. Di cosa si tratta?
Nello specifico non sappiamo molto. Sembra che il Dipartimento si impegnerà a coprire gli interessi sui debiti che abbiamo nei confronti delle banche. Sulla tempistica però non sappiamo ancora nulla. E anche Giovanardi ha promesso di perorare la nostra causa nei confronti del ministero della Giustizia. Un impegno che si era preso diverso tempo fa. Finora pero’ non si e’ visto alcun risultato.
Veniamo alla Conferenza, che valutazione ha di questi giorni di lavoro?
Mi viene in mente l’immagine delle rette parallele che non si incontrano. La difficolta’ a interloquire anche fra noi realta’ del terzo settore e’ quella di sempre. E in questo l’organizzazione e il Dipartimento c’entrano poco.
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