Non profit
Con l’energia solare a Messina si sono illuminate le famiglie e le cooperative sociali
Fondazioni di comunità/1
di Redazione
Un anno vissuto intensamente per la Fondazione di comunità di Messina, l’ultima nata fra quelle sostenute dalla Fondazione con il Sud. Costituita a luglio 2010 (da Cooperativa Ecos-Med, Consorzio Sol.E, Ausl 5 di Messina, Fondazione Horcynus Orca e Fondazione Antiusura Pino Puglisi: promotori cui si sono uniti Caritas Italiana, Parsec Consortium, Associazione Pediatri, Confindustria Messina, Banca Etica), si è subito mossa in un’ottica di investimento partecipato e sociale, creando un parco diffuso di energia rinnovabile (gli impianti producono già 1,2 MW, che diventeranno 2 entro il 2012; la manutenzione sarà affidata a cooperative sociali di tipo B). «Le famiglie e le istituzioni di pubblica utilità che mettono a disposizione i loro tetti per i pannelli ricevono l’elettricità, la Fondazione si tiene il Conto energia», spiega il segretario generale Gaetano Giunta. Le risorse derivanti contribuiscono a rimpinguare il patrimonio (all’inizio un milione di euro, compreso il raddoppio della Fondazione con il Sud; oggi è di 6 milioni) e per portare avanti un articolato piano di promozione del territorio.
«Puntiamo», prosegue il segretario, «a promuovere l’eguaglianza sociale e ad espandere le libertà individuali delle persone, emancipandole dai bisogni basilari come il lavoro e la casa e sostenendole nella partecipazione e nell’accesso alla cultura e alla formazione». Qualche esempio? «Grazie al progetto “Luce e libertà” già 56 persone sono uscite dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto e sono state inserite al lavoro. Certo, possono magari lavorare per poche ore al giorno, ma ricevono comunque uno stipendio pieno: il differenziale proviene dal rendimento del fotovoltaico». Come a dire che i diritti delle persone possono anche non essere subordinati al mercato. È la medesima impostazione dell’eco-villaggio che sarà costruito a partire dal 2012: un abitare sostenibile in senso ambientale ed economico perché saranno sempre i pannelli ad integrare gli affitti degli inquilini più fragili finanziariamente. Iniziative che sono tutte strutturate come patti territoriali: «Facciamo erogazioni su programmi di rete. Al sostegno all’accesso alla lettura e alla musica, un progetto che serve per prevenire il deficit culturale e l’abbandono scolastico partendo dai primissimi anni, partecipano circa 20 organizzazioni, fra diocesi, volontari e associazioni musicali».
La fondazione si propone insomma come un soggetto che facilita il lavoro comune, come agenzia di sviluppo dell’economia sociale e solidale. Altri due esempi. Anzitutto la partnership strutturata con Studio Azzurro, importante realtà d’avanguardia che utilizza diversi linguaggi artistici realizzando installazioni, percorsi espositivi e spettacoli (assieme a un’azienda di informatica e ad alcune cooperative sociali «realizzeranno gli archivi multimediali della Fondazione Horcynus Orca, e poi si metteranno sul mercato»). In secondo luogo la promozione di imprese sociali perseguita attraverso accordi con i Cnr di Messina: le cooperative metteranno in produzione due brevetti: una infrastruttura che usa l’energia solare per produrre calore e freddo e dei prototipi per produrre energia da prodotti organici. «Il succo d’arancia, la buccia dei fichi d’India o delle melanzane sono usate per produrre pannelli solari». Un brevetto sicuramente interessante che attualmente però non è sostenibile dal punto economico. «In attesa che si raggiunga questo risultato, i ragazzi potranno costruirsi i pannelli e usarli per alimentare piccoli motorini».
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