Mondo
Condoleeza Rice, “più democrazia in Medio Oriente”
Duro monito del Segretario di Stato americano contro il regime alleato egiziano
di Redazione
Forte appello per la democrazia nell’area mediorientale di Condoleezza Rice, che in visita al Cairo ha criticato con isolita durezza il governo dell’Egitto, invitandolo a “dare fiducia” al popolo. “In tutto il Medio Oriente la paura delle libere scelte non puo’ piu’ giustificare la negazione della liberta’”, ha avvertito il segretario di Stato Usa in un discorso alla American University del Cairo. “Sosteniamo le aspirazioni democratiche di tutti i popoli”, ha assicurato la Rice. “E’ tempo – ha aggiunto – di abbandonare le scuse che si tirano fuori per scansare il duro lavoro della democrazia”. Davanti a una platea di 600 egiziani, la Rice ha chiarito che le sue parole riguardano anche l’Egitto, atteso a settembre dalle prime elezioni presidenziali pluralistiche che corrono pero’ il rischio di trasformarsi nel solito plebiscito per il quinto mandato del presidente Hosni Mubarak, storico alleato degli Usa. “Siamo tuti preoccupati per il futuro delle riforme in Egitto quando pacifici sostenitori della democrazia, uomini e donne, non sono liberi dalla violenza”, ha detto la Rice alludendo alle aggressioni dei manifestanti riformisti del 25 maggio scorso. “Deve arrivare il giorno in cui lo stato di diritto rimpiazza i decreti di emergenza e in cui un potere giudiziario indipendente rimpiazza una giustizia arbitraria”. La revoca delle leggi di emergenza in vigore da quando Mubarak assunse il potere e’ una delle richieste chiave dell’opposizione. Le parole della Rice che hanno ripreso il messaggio inviato poche ore prima al termine del colloquio con lo stesso Mubarak a Sharm-el-Sheikh. “Sara’ essenziale – aveva avvertito in una conferenza stampa congiunta insieme al ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit – che queste elezioni siano libere e trasparenti e che l’opposizione abbia l’opportunita’ di avere accesso ai media, che vi sia un senso di competizione”. La Rice si e’ detta fiduciosa che gli “amici egiziani prenderanno sul serio le loro responsabilita’ perche’ la gente guardera’ cio’ che accade”, ma non ha ripetuto la richiesta di osservatori internazionali gia’ respinta dal Cairo. “Tutti vogliono elezioni libere e trasparenti, glielo assicuro”, e’ stato l’impegno di Abul Gheit.
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