Mondo
Congo/Kinshasa: Amnesty, processo di pace a rischio
Un rapporto di Amnesty international denuncia la destabilizzazione a cui è preda l'est del Paese
di Redazione
Amnesty International ha ammonito oggi che le tensioni politiche, militari ed etniche crescenti nella provincia del Kivu settentrionale nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) potrebbero condurre ad una ripresa del conflitto armato, che rischierebbe di destabilizzare il fragile processo di pace nel paese e di minare ulteriormente la gia? grave situazione umanitaria e dei diritti umani.
In un esauriente rapporto pubblicato oggi, intitolato Nord Kivu: Civilians pay the price for political and military rivalry, Amnesty International documenta come i diversi partiti del governo di transizione della RDC abbiano contribuito al deterioramento della situazione nel Kivu settentrionale, inclusa l?infiammazione delle tensioni etniche, per far progredire i loro propri interessi politici, economici o militari. Inoltre, come le ingerenze dei vicini Ruanda e Uganda abbiano continuato ad influenzare negativamente l?evoluzione della situazione nella provincia.
?Il Kivu Nord e? attualmente in una situazione in cui gli antagonismi politici e militari, su scala regionale e nazionale, si stanno fronteggiando sino allo stremo e il risultato finale e? sempre piu?
tragico per la popolazione della regione?, ha dichiarato Marzia Marzolla, responsabile del coordinamento Africa centrale di Amnesty International Italia.
Il governo di transizione della RDC si e? impegnato a migliorare la sicurezza e a condurre il paese alle elezioni nazionali, ora posticipate all?inizio del 2006. Tuttavia, occorrono ancora importanti riforme per far progredire il paese verso una posizione di stabilita? in cui le elezioni possano impostarsi in un contesto libero e sicuro. Una di queste riforme chiave e? la formazione di un esercito nazionale integrato, composto da componenti di ex-gruppi armati e dell?ex-esercito governativo. Dopo molti ritardi, il processo di integrazione e? ora in corso, anche nel Kivu
settentrionale, ma seriamente ostacolato dalla carenza di un forte impegno politico.
?In realta?, gli ex-belligeranti mostrano estrema riluttanza nello smantellare le loro strutture militari a favore di un esercito integrato nazionale, in quanto queste strutture sono le basi del loro potere?, ha affermato Marzia Marzolla. ?Tuttavia, una reale unificazione delle forze armate e? un prerequisito per elezioni libere dagli abusi dei diritti umani e per il successo del futuro processo di pace nel paese?.
Amnesty International e? preoccupata in particolare che non siano stati fatti sforzi per escludere dall?esercito integrato nazionale individui sospettati di aver commesso gravi abusi dei diritti umani.
?Le diverse comunita? etniche della RDC possono essere maggiormente garantite che un esercito unificato agisca come una forza imparziale se i presunti responsabili di abusi dei diritti umani sono esclusi dai loro ranghi e consegnati alla giustizia?, ha aggiunto Marzolla.
L?esito incerto dell?integrazione militare accresce notevolmente la pericolosa miscela di tensioni nella RDC orientale. Come documenta il rapporto di Amnesty International, il fallimento dell?integrazione e? stata una delle cause del conflitto militare su vasta scala del dicembre 2004, nel quale uccisioni, torture, stupri e altri abusi, molti dei quali motivati dall?appartenenza etnica, hanno causato centinaia di vittime civili. I presunti responsabili degli abusi non sono stati consegnati alla giustizia e alcuni sono stati integrati nel nuovo esercito nazionale.
L?organizzazione chiede alle autorita? della RDC e alla comunita? internazionale di occuparsi urgentemente delle cause della crisi sotterranea nel Kivu settentrionale, consegnare alla giustizia gli individui responsabili di crimini secondo il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, contenere la proliferazione delle armi e disinnescare le tensioni etniche nella provincia.
Amnesty International ha evidenziato in particolare il ruolo della comunita? internazionale che deve guidare le prime elezioni democratiche nazionali nella RDC.
?La comunita? internazionale ha un ruolo vitale nel garantire che i diritti umani e la salvezza della popolazione congolese non siano ulteriormente compromessi dalle elezioni che avanzano. E? necessario insistere, sia ora sia nel periodo post-elettorale, sulla responsabilita? e sulla giustizia per gli abusi dei diritti umani commessi nella RDC? ha concluso Marzolla.
L?organizzazione ha anche chiesto alla forza di peacekeeping delle Nazioni Unite nella RDC, la MONUC, di adempiere al proprio mandato in maniera efficace.
?Nonostante la chiarezza del proprio mandato di protezione dei civili nella regione del Kivu settentrionale, la MONUC ha fallito in diverse occasioni, spesso intervenendo troppo tardi nell?impedire gli abusi dei diritti umani. La MONUC deve rafforzare la propria presenza nelle regioni
a rischio di escalation di violenza, incluso il Kivu Nord, e assicurare di agire prontamente per proteggere i civili?.
Le raccomandazioni chiave di Amnesty International sono:
– il processo di integrazione militare deve includere un meccanismo di controllo indipendente per garantire che le persone ragionevolmente sospettate di aver commesso abusi dei diritti umani siano escluse
dall?esercito nazionale e indagate;
– le autorita? della RDC e della comunita? internazionale devono dare priorita? alla riabilitazione del sistema di giustizia collassato;
– si deve agire per evitare l?incitamento alla discriminazione razziale, all?ostilita? e alla violenza, anche rimuovendo dall?incarico ogni funzionario accusato di aver incitato tale ostilita?;
– le armi distribuite ai civili nel Kivu settentrionale devono essere recuperate e distrutte;
– la MONUC deve essere rafforzata nelle regioni a rischio di escalation di violenza e deve adempiere al proprio mandato di protezione dei civili.
Il Kivu settentrionale e? una delle province piu? strategiche della RDC, situata al confine tra la RDC, l?Uganda e il Ruanda, la cui situazione per la sicurezza e gli interessi economici e politici hanno portato la RDC a conflitti armati disastrosi, due volte dal 1996. La provincia include zone di controllo di diversi gruppi politici armati congolesi, basati in maggioranza sulle etnie, ognuno sponsorizzato alternativamente dai tre governi e dai loro eserciti nazionali. La provincia e? abitata da una serie di gruppi etnici diversi con relazioni storiche conflittuali, focalizzate particolarmente sul possesso della terra. Il Kivu settentrionale ha anche un?importanza economica di primo piano, con introiti doganali redditizi dall?attraversamento dei confini con l?Uganda e il Rwanda, giacimenti minerari preziosi e interessi notevoli derivanti dall?agricoltura e dall?allevamento di bestiame.
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