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Congo-Kinshasa: i caschi blu, tra insofferenze e agressioni

Mentre due caschi blu vengono rimpatriati per abusi sesuali, crescono le esazioni contro il personale della Missione delle Nazioni Unite in Congo

di Redazione

Vita dura per i caschi blu della Missione delle Nazioni Unite in Repubblica Democratica del Congo (Monuc). Sia nelle vesti di vittime che in quelle di agressori.

Partiamo da quello (per lo meno) più imbarazzante. Due caschi blu del contigente tunisino sono stati rimpatriati in madrepatria dopo essere stati riconosciuti colpevoli di violenze sessuali perpetrate contro cittadine congolesi nella parte nordorientale del Paese. Lo ha affermato ieri il portavoce della Monuc Mamadoun Bah nel corso di una conferenza stampa. In realtà non si tratta di un caso isolato visto che dal maggio scorso una squadra di ricerca multidisciplinare dell’Onu sta indagando a Bunia (capoluogo del distretto dell’Ituri, nordest della Rdc) sulle allegazioni di abusi sessuali commessi da caschi blu nella città.

A riguardo, un consigliere del segretario generale dell’Onu Kofi Annan, il Principe Zayed di Giordania è in visita dal 24 ottobre scorso per raccogliere ulteriori informazioni sui casi di abusi sessuali di cui si sarebbe macchiato il personale locale onusiano.

Intanto, “per quanto concerne i due caschi blu del contigente, bisogna sapere che verranno tradotti in giustizia nel proprio Paese e che verranno sanzionati dall’Ono, intollerante di fronte a questo genere di comportamento” ha detto Bah.

Lo stesso Bah ha poi attirato l’attenzione della stampa sulle esazioni commesse dai militari congolesi appartenenti al Gruppo Speciale della Sicurezza Presidenziale (Gssp) contro il personale dell’Onu a Kisangani (capoluogo della provincia Orientale nel Congo-Kinshasa).

Secondo le accuse del portavoce della Monuc raccolte dall’agenzia di stampa cinese Xinhuanet, dalla fine della visita del presidente Kabila a Kisangani, “elementi del Gssp, di cui 2500 membri sono rimasti in loco, hanno molteplicato atti di agressione nei confronti del personale della Monuc”. Tra le esazioni segnalate da Bah, perquisizioni sistematiche dei veicoli dell’Onu e presso i domicilii del personale onusiano, detenzioni arbitrarie, sequestri, confische di materiale di lavoro e atti di brutalità.

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