Non profit
Consigli per il triennio
Lettera aperta di Giorgio Fiorentini agli universitari prossimi venturi
di Redazione

Caro studente che devi scegliere quale corso “triennale” intraprendere e vuoi mantenere nel contempo saldi alcuni principi di solidarietà, di orientamento sociale, altruismo, vale la pena fare qualche considerazione d’indirizzo.
Nella tua esperienza giovanile hai maturato e capito quanto sia importante sviluppare un sistema ove economico e sociale si devono integrare. Anzi il sociale è spesso condizione per lo sviluppo economico. Ed inoltre ti sei misurato con la certezza che anche le fasce deboli della popolazione devono essere tutelate, in un contesto dove anche la fascia bassa dei ceti medi rischia sempre più di scivolare nella debolezza e in una situazione di precarietà. Per fare una scelta coerente in termini di capacità operativa futura (trovare occupazione) da svolgere nelle non profit (meglio chiamarle imprese sociali) hai di fronte due percorsi:
1. scegliere una laurea triennale di tipo umanistico-sociologico ove costruire un percorso di studi (crediti) che si focalizzino sull’analisi antropologica, umanistica e sociologica della società nella sua evoluzione;
2. scegliere una laurea triennale in Economia o Scienze politiche (vedi il quadro di riferimento di questo numero speciale di Vita) che da subito può essere un buon inizio per ipotizzare una carriera professionale ad hoc nel management delle imprese sociali.
C’è però un punto fermo: è necessario che sul triennio si innesti una caratterizzazione di management dell’impresa sociale che puoi trovare sia in alcuni bienni sia in una scelta specifica e intensiva di un master che ti prepari ad essere un manager a 360 gradi che sa gestire associazioni, cooperative sociali, fondazioni. O che quantomeno ti strutturi le basi indispensabili per svolgere questo ruolo in tempi brevi e con una preparazione specifica.
Quindi un triennio che offre un “massaggio” alla tua valorialità per mantenere vivo il “senso” della vita, ma in seguito una scelta specifica e decisa verso un master o un biennio che abbiano la caratterizzazione della gestione dell’impresa sociale. Senza la quale il sistema socio economico non riuscirebbe “a stare in piedi” e non svilupperebbe capitale sociale ed umano che è condizione indispensabile per la stabilità e la concorrenzialità dei vari sistemi territoriali. Dove c’è un assetto di relazioni costante e solido, che solo l’azione delle imprese sociali può garantire nel tempo, esiste anche un buon livello di fiducia che permea la società e rende virtuosa la dinamica economica e sociale.
Per questo motivo mi sento di consigliare questa alternativa di percorsi di triennio ed in seguito un master specifico ed intensivo di management dell’impresa sociale o un biennio orientato al sociale. Importante è dare uno sbocco operativo e di gestione alle proprie valorialità per non cadere nell’utopia fine a se stessa. Il fine utopico può essere una motivazione di grande spessore valoriale, ma è indispensabile incanalarlo in ruoli di cambiamento della società misurandosi con scelte e decisioni. Fra esse anche quelle di management nelle imprese sociali.
Caro studente, mi piace chiudere con una parte della lettera di un mio laureato che testimonia come si possa gestire il ruolo di manager sociale. Così scrive: «La mia attività è fare micro credito e sviluppare imprenditorialità ed aumentare il giro d’affari. E quindi prima di concedere qualsiasi tipo di credito organizziamo delle sessioni di training, in cui spieghiamo concetti di marketing, di strategia commerciale, di approccio alla clientela, di tenuta dei libri contabili, tutto ciò di cui potrebbero aver bisogno per sviluppare ed espandere il loro business, che sia commercio di banane, di verdura, di pesce o cereali. In questo modo si creano le condizioni per avere garanzie minime perché la National Microfinance Bank, che è un’istituzione finanziaria creata dal governo per offrire credito ai vari micro imprenditori, possa erogare credito con continuità. Essere un economista nel microcredito vuol dire integrare le conoscenze tecniche ai valori della giustizia sociale ed alla curiosità intellettuale dell’esploratore moderno. Quindi la “sacralità dei fini” con gli strumenti finanziari di senso. È un pezzo della Milano finanziaria che si è spostata in Africa, senza grisaglia, ma con gli abiti del costruire imprese e sviluppo. Ogni giorno visito due o tre diversi mercati ed ogni giorno rimango colpito dall’atmosfera che si respira, dagli occhioni dei bambini che mi guardano incuriositi, chiamandomi muzungo, uomo bianco, dai colori delle donne, dai profumi che escono dalle botteghe di legno, e dalla tenacia, forza di volontà ed amore che questi commercianti mettono nel loro piccolo business… Io dal canto mio, sto vivendo una esperienza indimenticabile, mettendo al servizio della comunità le mie conoscenze di economista e manager, così come il mio entusiasmo e le mie qualità umane». Da Mbeya, Tanzania, Matteo ?
Questa è la possibile carriera per il manager sociale.
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