Cultura
Consumi: Legambiente scrive a Lidl
La lettera chiede alla catena di discount più tutela per i consumatori
di Redazione
Dall?autunno scorso, in Germania, la catena tedesca vende, infatti, esclusivamente uva da tavola biologica (l’uva da tavola è il frutto più frequentemente contaminato da residui chimici) e frutta e verdura sulle quali il residuo massimo rientra entro il 30% dei limiti di legge. Un coraggioso cambio di politica commerciale adottata in seguito a una prolungata campagna di monitoraggio di Greenpeace Germania sui residui chimici presenti in frutta e verdura, in molti supermercati tedeschi, che ha visto la Lidl bersaglio di feroci critiche e di successivi boicottaggi da parte dei consumatori. La mossa non solo ha fatto riguadagnare a Lidl la fiducia dei consumatori ma ha portato la catena distributiva ai vertici dell?ultima classifica di Greenpeace, dimostrando che vendere prodotti salubri e rispettosi della natura è perfettamente possibile e compatibile con le logiche di mercato, anche nelle grandi aziende e per grandi quantità di prodotto, basta volerlo.
?Lidl è una catena internazionale e ha molti negozi anche in Italia – dice Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente -, riteniamo giusto che tratti tutti i cittadini europei allo stesso modo, con il medesimo riguardo per la loro salute. Le abbiamo chiesto di estendere all?Italia le misure adottate in Germania per arrivare, poi, il prima possibile a vendere solo frutta e verdura bio. Da mesi, però, Lidl ci nega una risposta e rifiuta di incontrarci su questo tema: un atteggiamento poco coerente con la capacità d?innovazione e di dialogo dimostrata in Germania?.
Nei prossimi giorni, se continuerà a non ottenere risposta, Legambiente farà pervenire al ministero delle Politiche agricole una nota sulla vicenda e valuterà una possibile azione in sede comunitaria per violazione della normativa sulla tutela del consumatore.
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