Mondo
Controlli anti frode, ecco come comportarsi
Casi concreti compravendite in Europa
di Redazione

La nuova normativa sui controlli antifrode per le onlus che effettuano compravendite in Europa, che abbiamo sinteticamente analizzato sullo scorso numero, ha sollevato l’interesse di molti lettori che hanno chiesto un approfondimento. Ecco la soluzione di alcuni casi tipici di operazioni intracomunitarie di acquisto.
Primo caso
L’ente effettua solo operazioni istituzionali, non ha perciò partita Iva: in tal caso, se gli acquisti intracomunitari di beni non superano nel corso dell’anno la somma complessiva di 10mila euro, non bisogna richiedere alcuna autorizzazione. Se l’ente effettua anche operazioni commerciali, ha la partita Iva, ma gli acquisti sono riferiti alla sua sfera istituzionale e non superano il limite di 10mila euro l’anno, ci si comporta come nel caso precedente.
Secondo caso
L’ente ha la partita Iva, non utilizza il regime ex legge 398/91 e gli acquisti intracomunitari sono riferiti all’area commerciale della propria attività: in tal caso le operazioni intracomunitarie devono essere liquidate come gli altri operatori Iva e quindi attraverso il sistema che prevede l’integrazione (annotazione dell’imponibile, dell’Iva applicata in Italia e del totale del documento) della fattura di acquisto del fornitore Ue (annotazione dell’imponibile, dell’Iva applicata in Italia e del totale del documento) e la sua doppia annotazione nei registri Iva acquisti e fatture emesse. L’ente deve presentare i modelli INTRA-2 secondo la cadenza mensile o trimestrale prevista dalle norme in vigore.
Terzo caso
L’ente si trova come nel caso precedente, ma utilizza il regime ex legge 398/91: in tal caso le fatture intracomunitarie sono trattate nello stesso modo e sono annotate nei registri Iva acquisti e fatture emesse appositamente istituiti, non essendo previsto alcuno spazio in tal senso nel prospetto di cui al dm 11 febbraio 1997. Tuttavia l’Iva relativa dovrà essere versata integralmente in quanto non è ammessa Iva in detrazione sugli acquisti. L’ente deve presentare i modelli INTRA-2 come nel caso precedente.
Quarto caso
L’ente effettua operazioni intracomunitarie di acquisto riferite alla sfera istituzionale per importi superiori a 10mila euro: in tal caso occorre chiedere l’attribuzione della partita Iva e istituire un apposito registro degli acquisti e un registro delle fatture emesse. Si provvede ad integrare le fatture intracomunitarie e alla loro doppia annotazione.
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