Cento chili di esplosivo, un enorme boato e poi il crollo, sotto gli occhi di 2mila spettatori incuriositi. Pochi secondi per abbattere due delle vecchie torri ex Enpam di Pieve Emanuele e lasciare spazio a un nuovo progetto di riqualificazione dell’area di via delle Rose. A rappresentare le istituzioni hanno partecipato all’evento l’assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti, il presidente di Aler Milano, Loris Zaffra, il sindaco di Pieve Emanuele, Rocco Pinto, plaudendo all’avvio dell’importante progetto.
Un’esplosione simbolica che rappresenta l’avvio di un nuovo corso per Pieve Emanuele. Infatti le vecchie torri ex Enpam di via delle Rose, dopo il tentativo fallito di diventare il centro direzionale del nuovo polo fieristico dal 1985, sono rimaste cattedrali nel deserto, soggette anche a fenomeni di criminalità. Era dunque necessario un intervento urgente che riconvertisse l’area inutilizzata in un’occasione per offrire possibilità abitative e di scambio utili ai cittadini.
Scuole e sottopassi
Le operazioni rientrano nell’accordo “Programma di recupero urbano in Pieve Emanuele Quartiere Erp-ex Incis comparto ex Enpam”, approvato nel 2003 e completato nel 2009 con l’accordo stipulato tra Aler Milano e l’Amministrazione Comunale, accordo poi inserito nella variante al Piano regolatore generale e infine acquisito con l’approvazione del nuovo Masterplan del 2010.
Nel complesso, grazie a un finanziamento di 170 milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia e Aler, saranno realizzati 706 nuovi alloggi, di cui 375 di edilizia residenziale pubblica, 185 di edilizia convenzionata e 146 di edilizia libera. Circa 200mila metri quadrati per quasi 2mila abitanti, che abiteranno un quartiere multifunzionale dotato di tutti i servizi essenziali: è infatti previsto l’inserimento di strutture commerciali, edifici direzionali, un complesso scolastico, un grande parco connesso al Parco agricolo Sud Milano e un centro polifunzionale per servizi socio-ricreativi. L’intervento prevede inoltre la realizzazione di un nuovo sottopasso lungo la provinciale 28 che permetterà un collegamento più rapido con il centro di Pieve e una centrale di cogenerazione a ridotto impatto ambientale.
La mappa dei servizi
L’Accordo di Programma ha messo nero su bianco gli obiettivi che il progetto dovrà raggiungere: oltre alla riqualificazione del territorio anche attraverso la demolizione di parte degli edifici esistenti, il cambiamento di destinazione funzionale e, in particolare, il potenziamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica; l’incremento delle infrastrutture di servizio alla residenza (parcheggi, aree verdi, percorsi ciclabili); interventi relativi al patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ai servizi e alle infrastrutture pubbliche e ai servizi privati di interesse generale; la mitigazione degli impatti ambientali; l’individuazione di comparti residenziali progettati per creare un luogo di attrazione e di interesse sia per i cittadini di Pieve Emanuele che di cittadini delle zone limitrofe e, ovviamente, la definizione degli impegni specifici riguardanti i comparti Aler.
La parte dell’intervento dedicata all’edilizia pubblica è infatti il fulcro dell?intera riorganizzazione, e l’assetto dei volumi, pur mantenendo la torre (edificio alto) come tipologia di riferimento, è stato sviluppato sul modello del “cluster”, un insieme di edifici che formano uno spazio unico e vario, una “cittadella” composta da edifici alti e bassi in grado di arricchire le viste del territorio ponendosi come elemento integrato nel tessuto urbano.
Modello housing sociale
La soluzione proposta cerca di misurarsi con le più recenti esperienze europee di Housing Sociale, e in tal senso l’aspetto ambientale è affrontato positivamente sia in termini generali (l’intero territorio), sia in funzione degli edifici attraverso un rapporto tra spazi verdi pubblici e privati (parcheggi e corti) che siano integrativi all’abitare e utili alla promozione di rapporti collettivi. È stata poi ricercata una varietà formale degli edifici che, pur utilizzando i volumi verticali come caratteristica principale, sono pensati assieme a corpi bassi a formare un organismo a “L”, specchiato rispetto a una corte interna. Questo tipo ripetibile (8 blocchi edilizi composti in 4 corti) e diviso dalle aree parcheggio, aiuta una variabilità che non contraddice l’unitarietà del sistema urbano e rende riconoscibile il luogo della propria residenza.
Per garantire il numero di parcheggi richiesti sono state individuate aree esterne, alternate ai fabbricati, così da separare gli spazi veicolari da quelli pedonali. In tal senso le corti diventano veri spazi aperti di buona qualità abitativa, protetti e percorribili, in cui il verde primeggia. Gli appartamenti godono di una notevole qualità abitativa in relazione all’esposizione e all’ubicazione, e le loro tipologie sono studiate per realizzare spazi razionali garantendo flessibilità per eventuali trasformazioni nel tempo. Per quanto concerne gli aspetti costruttivi, la realizzazione degli edifici risponde ai criteri di semplicità e ripetibilità degli interventi di Housing Sociale, facendo ampio uso della prefabbricazione per contenere i costi e ridurre i tempi di realizzazione.
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