Non profit
Cosa fare se il donatore vi cancella l’appuntamento
Primo comandamento: mai abbattersi
di Redazione
La mancanza di pazienza deriva da una reazione interna alla percezione di un fattore o evento esterno. Ad esempio, pensate di trascorrere molto tempo dietro gli impegni di un donatore per poi scoprire, la mattina stessa, tramite la segreteria telefonica che l’appuntamento è saltato. Si tratta di un rifiuto o questa persona ha veramente avuto un impegno? Se non ha detto “non chiamarmi mai più” possiamo sempre usufruire del beneficio del dubbio.
Poniamo poi il caso che qualcuno cancelli un appuntamento per la terza volta. Bisogna essere estremamente pazienti quando non si capisce perché le persone agiscono in un determinato modo. Dobbiamo scegliere la giustificazione adeguata che spieghi le azioni di un donatore e fare in modo che quella giustificazione determini la nostra risposta. Si può scegliere di pensare che la persona sia antipatica o si può scegliere di pensare che suo figlio sia ammalato.
L’ultima cosa che bisogna fare è prendere il cellulare, andare su Twitter o Facebook e scrivere un messaggio mentre si è arrabbiati o frustrati. È meglio fare un respiro profondo e prendere una pausa. Fare una breve passeggiata, perché per cambiare il linguaggio interno bisogna cambiare il linguaggio del corpo.
Un’idea potrebbe essere chiamare una di queste persone solo per salutare e vedere come sta. È un modo di riconnetterli all’organizzazione, ma anche un modo per tirarsi su di morale che rafforzerà la vostra forma mentis. Poi si può tornare a lavoro e concentrarsi sugli obiettivi. Va bene sentirsi delusi, ma bisogna pensare: «Qual è il mio piano? Adesso chiamo l’assistente del donatore e mi faccio fissare un altro appuntamento». Si può quindi decidere di rimanere delusi o di rimettersi in sesto. Un vero fundraiser di successo si rimette in sesto velocemente.
www.valeriomelandri.it
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