Non profit
«Così cambiamo il futuro delle persone. E non solo in campo»
Parla Mel Young, imprenditore sociale e inventore della Streetsoccer Cup. Dietro all'evento c'è un grande lavoro di rete. Obiettivo? Dire stop alla homelessness
di Redazione
di Massimo Acanfora
Un?idea nata ?sulla carta?. Così la racconta Mel Young, 53 anni, scozzese, presidente dell?Hwc, fondatore del giornale di strada Big Issue in Scotland e navigato imprenditore sociale. «L?idea dell?Homeless World Cup», spiega Young, «nasce proprio durante l?annuale conferenza dell?International network of street papers (la rete internazionale dei giornali di strada, venduti da persone senza dimora in tutto il mondo, info su www.street-papers.org, ndr), proprio a Città del Capo. Io e Harald Schmeid, rappresentante del giornale austriaco, eravamo soddisfatti dei risultati raggiunti ma ci chiedevamo come far percepire agli homeless l?importanza di quello stavamo facendo insieme a loro». Continua Young: «Ci siamo chiesti quale fosse il linguaggio internazionale che tutti potevano parlare. Ma certo, il calcio! E in meno di due anni abbiamo organizzato la prima Homeless World Cup a Graz, in Austria». Il successo fin da subito è sorprendente. «Lo sport può avere un grande impatto nel cambiare la vita delle persone», è questo il messaggio centrale. «L?obiettivo finale quindi è fare dello streetsoccer il catalizzatore di un profondo cambiamento nella vita delle persone. Per raggiungerlo, vogliamo rendere l?Hwc un appuntamento imprescindibile del calendario sportivo e supportare i progetti sociali e sportivi nei singoli paesi». L?evento infatti non è che la punta dell?iceberg: «Il lavoro ?sporco? lo fa chi va in strada e coinvolge le persone senza dimora in questa iniziativa».
E il futuro? L?attenzione dei media e l?entusiasmo dei cittadini di Graz, Goteborg, Edimburgo autorizza a pensare in grande. Conclude Mel: «Aspiriamo a diventare un movimento di persone che ?cambia il mondo? e mette fine alla homelessness tramite il calcio. Questo, per dirla con una metafora sportiva, sarà il nostro gol più importante».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.