Non profit
Così i bilanci delle fondazioni potranno essere comparabili
La proposta di Assifero
di Redazione
Volere un bilancio sempre più specifico, capace di fornire una rappresentazione veritiera delle attività di una fondazione, è un interesse condiviso e tattico. Desiderarne uno che sia anche comparabile, è strategico. Un ragionamento che Assifero – Associazione italiana fondazioni ed enti di erogazione (che riunisce 50 tra fondazioni private e comunitarie) ha fatto dopo una constatazione. Visto che tradizionalmente questi soggetti hanno adottato modelli di bilancio tipicamente imprenditoriali, magari apportandovi modifiche e integrazioni, ci si trova oggi ad avere una grande varietà di bilanci, tutti corretti, ma talmente eterogenei da impedire un confronto. In gioco ovviamente non c’è l’analisi fine a se stessa: avere uno strumento specifico e comparabile vuol dire poter valutare l’efficacia, la performance di ciascuna fondazione rispetto a una media oltre che dare una rappresentazione più puntuale dell’attività. «Il punto di partenza è stato il modello di schema di bilancio degli enti non profit messo a punto dall’Agenzia per le onlus», premette Pierfranco Savoldi, commercialista della Fondazione della Comunità Bresciana che ha fatto parte del gruppo di lavoro organizzato da Assifero. «Un modello che la stessa Agenzia ha presentato sollecitando integrazioni e suggerimenti». Dunque, il gruppo Assifero ha messo a punto un documento (lo presenterà all’Agenzia perché possa valutare se accoglierlo). Su quali punti si è lavorato? «Senza entrare in dettagli troppo tecnici», risponde Savoldi, «siamo intervenuti sulla definizione delle partite passive, che devono poter essere articolate tenendo conto della varietà dei fondi patrimoniali; sulla possibilità di sintetizzare in calce al bilancio diverse tipologie dei conti d’ordine come possono essere donazioni non ancora perfezionate dal punto di vista formale. Infine insistiamo su una specifica classificazione del conto economico che non sia a gestione contrapposta – entrate contro uscite – ma a scalare e strutturato su quattro, cinque macro-aree».
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