Attivismo
Così il governo israeliano offende la democrazia
«A Gaza siamo davanti ad uno sterminio, un genocidio, compiuto dallo Stato di Israele, non condanniamo gli Ebrei, ma il suo governo ipocrita che offende il concetto stesso di democrazia», scrive il presidente di Acli Emiliano Manfredonia. «Noi vogliamo la pace e questa al pari delle guerre deve essere voluta e sostenuta dai governi, deve essere imposta, governata da organismi internazionali che oggi sono derisi, umiliati come la corte penale internazionale o l’Onu»

Per chiedere la fine dell’invasione israeliana della Striscia di Gaza, che in quasi due anni ha provocato quasi 60mila morti, una grande manifestazione si è tenuta sabato pomeriggio a Roma, in Piazza San Giovanni: hanno marciato insieme 300mila persone. L’evento è stato promosso congiuntamente da PD, M5s e Avs e ha visto la partecipazione di molte associazioni. Qui l’intervento integrale di Emiliano Manfredonia, presidente di Acli.
Grazie ai partiti per questo invito, per questa piazza, grazie di aver voluto una manifestazione per urlare la pace con tutta la sua urgenza. Sosteniamo tutti i punti dell’Ordine del giorno da voi presentato alla Camera. Grazie, soprattutto perché lo state facendo insieme.
Le persone, le comunità vi vogliono vedere insieme sui temi fondamentali per risvegliare una coscienza politica, per contrastare populismi e sovranismi che ci vogliono sempre più chiusi alimentando l’egoismo. Abbiamo bisogno di una politica radicale in particolare sulla pace, che ci chiami anche in piazza come oggi, per squarciare il muro di indifferenza che ci vede attoniti e tutti colpevoli delle morti a Gaza. Lo so che per opportunità politica dovrei condannare il 7 Ottobre e lo facciamo sempre! Ma non può esserci più equidistanza da questa invasione premeditata e feroce. Siamo davanti ad uno sterminio, un genocidio, compiuto dallo Stato di Israele, non condanniamo gli Ebrei, ma il suo governo ipocrita che offende il concetto stesso di democrazia.
Voglio denunciare tutti gli estremismi religiosi che offendono Dio, dobbiamo gridarlo che in nessuna religione è consentito uccidere il fratello! Mai. In nessuna religione! Vogliamo la pace ma non siamo ingenui, chi vi parla non è ingenuo. Io, i miei compagni di viaggio non siamo degli illusi. Siamo stati in Israele con la Chiesa Italiana a riconoscere il volto sfigurato di Gerusalemme, la mancanza di lavoro, di libertà individuali calpestate, il furto continuo di risorse a cominciare dall’acqua, la sistematica violazione della proprietà privata, la deliberata uccisione delle speranze dei giovani condannati ad un furo di odi e rancori. Siamo stati alle porte di Rafah disarmati davanti a tanta violenza contro un popolo inerme messo letteralmente alla fame. Siamo andati in Ucraina per non lasciare solo un popolo fieramente Europeo. Così come da trent’anni stiamo ricostruendo faticosamente le ragioni di convivenza in Bosnia Erzegovina.
Non siamo ingenui, siamo realisti, la pace è l’unica strada possibile. La Pace è disarmata e deve disarmare i cuori, le coscienze e le parole per questo serve coraggio, come quello di scendere in piazza di continuare ad indignarsi per ogni sopruso, ogni uccisione, ogni bambino rimasto orfano. Noi vogliamo la pace e questa al pari delle guerre deve essere voluta e sostenuta dai governi, deve essere imposta, governata da organismi internazionali che oggi sono derisi, umiliati come la corte penale internazionale, l’Onu, Unwra!
La pace deve essere perseverante, essa è paziente ricerca di verità, è onorare la memoria (e quanto su questo può insegnarci Israele), è cercare sempre giustizia, è aprire speranze comuni. Soprattutto riconoscere l’altro nella promessa che porta in sé, nella sua piena dignità. Non è impossibile una Pace così perché è ciò che avviene in Europa da ottant’anni. La stessa Europa che deve prendere un’iniziativa diplomatica forte, per riaffermare la dignità di ogni cultura, l’inviolabilità dei confini di ogni popolo, la sacralità dei diritti di ognuno. E non c’è diritto, non c’è bene più prezioso ed indivisibile della Pace. O la Pace è di tutti o non è di nessuno.
Credit foto Cecilia Fabiano/LaPresse
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