La chiusura dell’Agenzia per il terzo settore dopo dieci anni di onorato servizio si è celebrata senza lacrime e dichiarazioni, con un freddo comunicato stampa del Consiglio dei ministri di venerdì 24 febbraio. A nulla sono valse le voci compatte del terzo settore e quelle di decine di parlamentari. Con una pervicacia incapace di ascolto e confronto, il governo ha proceduto per la sua strada mandando così segnali inquietanti al Paese delle “buone pratiche” e della cittadinanza attiva, ritenendo sufficiente avere con esso un ruolo strumentale e di mero controllo. Per questo, infatti, basta l’Agenzia per le entrate e qualche oscuro funzionario dentro un ministero.
Contestualmente a questa sciagurata scelta Monti, intervenendo sulla questione Ici/Imu per gli “enti non commerciali” alla commissione Industria del Senato, ha detto che è «necessario definire con assoluto rigore, trasparenza e linearità l’esatto confine tra attività commerciali e non commerciali». Aspettando l’annunciato decreto del ministero dell’Economia, verrebbe da dire al professore-premier: «Benvenuto nel mondo reale, prof. Quello della distinzione tra “enti commerciali e non”, che negli ultimi decenni è stato causa di migliaia di contenziosi fiscali, di infrazioni europee e di parcelle onerose di avvocati, notai e commercialisti». Ora Monti, che ha chiuso l’organismo di controllo, vorrebbe valutare la distinzione tra “attività commerciale e non” per porzioni di edificio. Chi lo farà?
Che il terzo settore sia finora assente dalle politiche del governo Monti lo dimostra anche il fatto di come le imprese non profit siano doppiamente penalizzate nei rapporti con il settore creditizio. Penalizzate perché l’accantonamento di patrimonio effettuato per ogni credito erogato al non profit è del 33% superiore rispetto a famiglie e Pmi, e perché, ad oggi, le non profit sono escluse dal Fondo centrale di garanzia per le Pmi della principale misura pubblica di sostegno alle imprese anche quando sono regolarmente iscritte al registro delle imprese. A colpi di arroganza si può uccidere il futuro del Paese uccidendone la sua parte migliore. La vicenda del servizio civile di cui parliamo in queste pagine, purtroppo, suona come un cattivo presagio…
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