Economia
Credito cooperativo al Governo, no a discriminazioni
Confcooperative e Federcasse (l’Associazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane) rivolgono un forte appello al Governo affinché non vengano deluse le aspettative in materia di modifica urgente alla normativa sulle DTA (“Deferred Tax Asset”) per le BCC, banche di comunità, cooperative e mutualistiche
di Redazione

Confcooperative e Federcasse (l’Associazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane) rivolgono un forte appello al Governo affinché non vengano deluse le aspettative in materia di modifica urgente alla normativa sulle DTA (“Deferred Tax Asset”) per le BCC, banche di comunità, cooperative e mutualistiche che – in quanto tali – non perseguono un interesse individuale ma un vantaggio collettivo.
L'obiettivo è quello di tutelare le BCC dagli effetti, non voluti, determinati da un intreccio di norme in materia di “DTA” (attività per imposte anticipate) derivanti dalle svalutazioni dei crediti effettuate fino al 2015.
Le altre banche possono utilizzare le “DTA” senza limitazioni e con possibilità di trasformarle in ogni caso in crediti d’imposta. Le BCC subiscono invece limitazioni alla conversione. E questo, oltre a rappresentare un grave danno a carico di banche che, dallo scoppio della crisi, hanno continuato a sostenere convintamente l’economia reale senza fini speculativi, può rivelarsi altresì elemento distorsivo della concorrenza.
Un intervento normativo entro il 31 dicembre, senza oneri per i conti pubblici, potrà ripristinare un’indispensabile parità di trattamento tra le BCC e le altre banche italiane.
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