Non profit

Cultura: Elkan, investire sulla bellezza

La Fondazione Necenate 90 lancia un vero e proprio manifesto "L'Italia Paese della cultura e della bellezza", perché il nostro Paese, è l'appello alla politica, riconquisti il suo volto migliore

di Redazione

“Ci dobbiamo rimboccare le maniche e fare sistema, perché non dobbiamo subire un’immagine negativa del nostro Paese come quella che ci è rimandata dalla vicenda dei rifiuti di Napoli”. Un appello appassionato quello di Alain Elkann, presidente della Fondazione Mecenate 90, che questo pomeriggio ha presentato alla stampa italiana e straniera un vero e proprio manifesto “L’Italia Paese della cultura e della bellezza”, perché il nostro Paese riconquisti il suo volto migliore, quello della bellezza, della sua natura e della cultura che arricchisce in forma diversa ogni angolo dell’Italia. “Bellezza e cultura sono il vero collante che in modo trasversale unisce tutta l’Italia dal Nord al Sud”, ha detto Elkann. Un patrimonio culturale immenso da riproporre anche con il contributo dei privati, perché, come ha detto il presidente della Fondazione Mecenate 90, lo Stato “non ce la può fare da solo”. Ed ecco che nel documento redatto in collaborazione con la Fondazione Rosselli e con la Fondazione Mecenate 90, e con il contributo di 117 addetti ai lavori nei diversi settori culturali, si concretizzano proposte per facilitare un vero e proprio rinnovamento e “fare sistema” collegando pubblico e privato per cambiare l’immagine dell’Italia. Secondo il documento nell’arco della legislatura le risorse destinate alla cultura devono aumentare dall’attuale 0,30% del bilancio dello Stato allo 0,50% per avvicinarci alle grandi Nazioni. Oggi l’Italia è al decimo posto in Europa per la spesa pubblica statale destinata ai beni culturali. Rispetto ai duemila milioni di euro del 2006 dell’Italia, la Francia investe 8.444 milioni, la Germania 8mila milioni, il Regno Unito 5.100 milioni, eppure, come è noto, gli investimenti nella cultura generano benefici nei vari settori della nostra economia, incrementano l’occupazione e il reddito di tante famiglie. Ma un aumento delle risorse non basta, occorre, dice il documento, che quelle già disponibili non vadano sprecate né restino inutilizzate. Il richiamo è per l’efficienza e per la definizione di obiettivi chiari da perseguire e per l’adozione di principi di valutazione tecnica dell’operato dei funzionari pubblici o privati che si occupano della gestione dei beni culturali. Nel corso della conferenza stampa è stato inoltre sottolineato che è arrivato il momento di promuovere agevolazioni fiscali per chi contribuisce al miglioramento del patrimonio culturale, oppure fa donazioni e lasciti introducendo un credito di imposta in misura variabile da definire tra il 15% e il 20%. E’ stata anche auspicata una diminuzione dell’Iva a favore del cinema e del turismo. Con questo documento, ha detto poi Giuseppe De Rita, presidente del Comitato scientifico dell’associazione Mecenate 90, intervenendo alla conferenza stampa, “si pongono problemi che riguardano le politiche fiscali e del turismo che sono state sempre guardate in modo scollegato tra di loro. Lo sforzo è quello di portare avanti gli obiettivi di questo documento sulla base di una motivazione unitaria che spinga ad occuparsi di tutti questi problemi. Ci potrebbe essere una reazione a smembrare questi obiettivi, cosa che non deve essere fatta perché la bellezza in Italia è un fatto unitario”.

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