Welfare

Curare gli anziani, boom di permessi

Nel 2009 l'incremento ha superato il 20%

di Redazione

Conoscere l’identikit dei reali fruitori dei benefici previsti dalla legge 104/1992, verificare l’entità e le forme dell’utilizzo, indirizzare i benefici direttamente sui disabili, evitare abusi e nel contempo semplificare il rapporto tra disabili e Pubblica Amministrazione ottimizzando i provvedimenti di riforma all’esame del Parlamento. Sono questi gli obiettivi di una rilevazione – effettuata dal Formez in collaborazione con Cittadinanzattiva e associazioni a tutela della disabilità (F.A.N.D., FISH, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) presentata nei giorni scorsi alla presenza di Brunetta.

Il questionario, compilato e inviato esclusivamente on line, è stato predisposto in tre diverse versioni (amministrazioni, scuole, comparto sicurezza). Le informazioni raccolte hanno interessato: il  numero di dipendenti che fruiscono dei permessi mensili; i diversi gradi di parentela tra il disabile ed i lavoratori interessati; gli altri benefici previsti a favore dei lavoratori e dei familiari dei disabili; le giornate di permesso fruite per tutto il 2008 e fino a marzo 2009. Le amministrazioni rilevate sono 9.400 e rappresentano oltre un milione 700mila dipendenti, poco meno del 50% del totale dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Tra gli altri, hanno risposto al questionario 15 Regioni, 3.118 Comuni (per un totale di 260.000 dipendenti), 112 Aziende Sanitarie (300.000 dipendenti), 5 amministrazioni del Comparto Sicurezza (317.276 dipendenti) e 5.668 Scuole (586.658 dipendenti).

Dal campione monitorato risultano ben 2.439.985 giornate di permesso fruite nel 2008. Il numero dei dipendenti e dei giorni di permesso risulta in aumento progressivo sin dal 2006 di oltre il 10% l’anno e con un’ulteriore crescita di circa il 20% nel 2009 (è stato verificato puntualmente il mese di marzo). Dall’indagine emerge che il 9% dei dipendenti pubblici utilizza i permessi mensili della legge 104 (nel settore privato la media è inferiore a 1,5 %) e che l’utilizzo diretto da parte dei disabili riguarda il 18% dei dipendenti. I permessi mensili sono utilizzati nel 50% dei casi per l’assistenza ai genitori disabili, percentuale che scende al 10% nel caso di assistenza ai figli o ad altri parenti. In tutti i comparti sono le donne ad utilizzare principalmente i benefici previsti dalla legge (il 67% rispetto al totale dei dipendenti). La presenza femminile aumenta ulteriormente tra i dipendenti che assistono i familiari disabili. Nel complesso, il numero dei dipendenti pubblici che usufruiscono dei permessi è stimato ben sopra i 300.000 e il maggior numero dei fruitori risulta concentrato nel comparto scuola. Il valore percentuale più alto è quello dell’Umbria (16%), i più bassi sono riscontrati in Trentino e Valle D’Aosta (4%). Otto regioni (sei di queste meridionali) sono nettamente oltre la media.

Nel 2009 vengono superati i 5,5 milioni di giornate di permesso, con un aumento del 20% sull’anno precedente: di queste giornate l’85% dei giorni di permesso è chiesto per assistere un familiare (i disabili stessi usufruiscono invece del rimanente 15%). Solo il 10% del totale dei permessi concerne l’assistenza a figli disabili e ancora meno quella al coniuge; nella grande maggioranza dei casi i permessi sono richiesti per assistenza a genitori anziani; un 15-20% riguarda assistenza ad altri parenti e affini sino al 3 grado. I soli 5,5 milioni di giorni di permessi retribuiti costano allo stato circa 600 milioni di euro l’anno. Sommando gli altri benefici (ad esempio i congedi annuali) il costo stimato è di circa un miliardo l’anno.

L’innalzamento dell’età media e la possibilità di prendere il permesso per un parente anziano non convivente spingono il fenomeno a una crescita progressiva che potrebbe arrivare a raddoppiare tale onere entro pochi anni, producendo effetti distorsivi sul funzionamento della Pubblica Amministrazione e successivamente anche nell’impresa privata, oltre beninteso che nell’uso di tali benefici. Infatti almeno il 50% dei dipendenti pubblici può potenzialmente avere un parente o affine entro il terzo grado con disabilità grave (ad esempio una suocera, una zia o la nonna della moglie). In alcune regioni o settori già oggi usufruiscono dei permessi il 18-20% dei dipendenti pubblici.

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