Suicidi in carcere: anche di agenti
«Possiamo dire che in queste ore si sta consumando un dramma, un dramma al pari delle gravi tragedie di Abruzzo e Messina, soprattutto quando assistiamo ogni anno alla morte di circa 10 nostri colleghi che decidono di togliersi la vita, uno dei motivi che ci ha costretti ad interrompere le relazioni sindacali e a scendere in piazza». Il dramma, che denuncia Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, il secondo sindacato della Polizia penitenziaria, è quello di agenti che non reggono più la pressione di condizioni di sovraffollamento nelle carceri così disumane, da mettere a rischio l’integrità fisica e psichica di chi ci lavora, oltre, naturalmente, quella di chi è costretto a viverci.
In Germania anche un ergastolano può sperare
Arrestato in Germania nel 1981, nel 1998 Carmine viene trasferito in Italia, in applicazione della Convenzione di Strasburgo che consente di scontare nel proprio Paese una pena comminata in un altro. Carmine, all’atto del suo trasferimento in Italia, aveva già scontato 17 anni di carcere e avrebbe dovuto scontarne ancora 4. In Italia, invece, è ancora in carcere: “fine pena mai”. In Germania, come in molti altri Paesi europei, la condanna all’ergastolo è ordinariamente soggetta a revisione: se ti comporti bene dopo 15 anni sei fuori; altrimenti il fine pena può esserti prorogato, ma sempre a seguito di una decisione che non fa mai mancare nel tuo casellario un fine pena certo. Arriva da Stefano Anastasia dell’Associazione Antigone la richiesta di grazia per un detenuto che, dopo 29 anni di carcere, in Germania sarebbe già fuori.
L’Olanda affitta galere
L’Olanda ha 2000 celle carcerarie vuote e cerca “clienti” perché altrimenti rischia di licenziare 1200 agenti penitenziari. I prezzi però sono alti, 167 euro al giorno a detenuto per vitto, alloggio e sorveglianza. Poco probabile che l’Italia possa “affittare” spazi in Olanda, visto che il Governo ha deciso una serie di tagli pesantissimi: 143 milioni in meno al DAP (73 milioni tolti al “trattamento” dei detenuti). Sembra anche difficile che l’Italia voglia adottare il metodo degli olandesi: un maggior ricorso alle misure alternative.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.