Non profit

Da Serge Latouche alla Cena degli avanzi

di Redazione

Colture e culture. Al centro della quarta edizione di Terra Madre ci sono i cibi e le piante ma anche le lingue autoctone, la memoria e l’oralità. Saranno i rappresentanti di alcune delle più significative comunità indigene del mondo a pronunciare infatti giovedì 21 ottobre i discorsi della cerimonia di apertura. Cinque giorni, quelli dell’evento torinese, ricchi di incontri e dibattiti su temi centrali per il futuro dell’agricoltura e del Pianeta come biodiversità, energie rinnovabili, conoscenze tradizionali. A partire già da venerdì 22, giorno in cui si terranno i Laboratori della Terra dedicati all’elaborazione del documento «Sostenibilità e politiche alimentari». Saranno suddivisi in otto aree tematiche e avranno come protagonisti, solo per citarne alcuni, Serge Latouche, professore emerito di Scienze economiche all’università di Paris-Sud e sostenitore della decrescita conviviale e del localismo; Vandana Shiva, attivista indiana, scienziata, vicepresidente Slow Food e presidente della Commissione internazionale per il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura; Andrea Segré, preside della facoltà di Agraria dell’università di Bologna e presidente di Last Minute Market, spin-off accademico, e Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia politica all’università di Bologna e presidente dell’Agenzia per le onlus.
Nutrito anche l’elenco degli appuntamenti del Salone internazionale del gusto che si tiene in concomitanza con Terra Madre. Spazio alla riflessione e alla solidarietà. Quest’anno viene allestita l’Osteria dell’Alleanza dove 42 cuochi italiani si alternano preparando i loro piatti tipici utilizzando i Presìdi Slow Food. Il ricavato sarà devoluto ai presìdi cileni del pesce dell’Isola di Robinson Crusoe e della gallina dalle uova azzurre colpiti dal terremoto del febbraio 2010. Chiusura lunedì 25 ottobre con la “Cena degli avanzi”. Un gruppo di cuochi si sbizzarrirà utilizzando come materia prima quanto non può essere conservato o rispedito in patria e che è avanzato dalle cucine del Teatro Del Gusto e dei Laboratori. (F.D.)

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