Mondo

Da Zanotto a Tosi in fondo non è cambiato molto

la Casa del Samaritano

di Redazione

La Casa del Samaritano di Verona è un centro di accoglienza per senza fissa dimora. Nata nel 2006, ha 65 posti letto. «Il nostro obiettivo non è gestire un dormitorio ma creare uno spazio per il recupero sociale», spiega il direttore Michele Righetti (nella foto). Il Samaritano opera nella città del sindaco Flavio Tosi, che appena eletto per prima cosa fece chiudere un campo rom. Fino a qualche tempo fa Tosi aveva l’abitudine di portare una tigre al guinzaglio. Ma per Righetti il sindaco non è così feroce come appare.
«Quando siamo nati c’era la giunta di centrosinistra del sindaco Zanotto, ora c’è la Lega. Ma nell’atteggiamento nei nostri confronti non abbiamo notato grosse differenze, continua a esserci collaborazione», osserva il direttore, «Tosi ha nominato un assessore ai Servizi sociali molto sensibile al nostro lavoro». Si tratta di Stefano Bertacco, PdL, impegnato da più di vent’anni nel volontariato. «Con lui abbiamo concordato le attività per lo sviluppo della politica sociale, sulla realtà dei senza dimora si sono trovate soluzioni concrete», dice Righetti. Il direttore non sembra colpito neanche dal cambio alla guida della Regione: «Non abbiamo ancora avuto a che fare con Zaia, sospendiamo il giudizio, ma non abbiamo motivi di preoccupazione».
La Casa di accoglienza veronese lavora col sostegno della Caritas diocesana. Tutte le notti ospita donne e uomini di ogni provenienza. Ed è proprio il servizio sociale del Comune a “inviare” i senza tetto. E il lavoro continua di giorno, cercando di reinserire gli homeless e di farli uscire dall’anonimato. «Sono consapevole dell’immagine che danno all’esterno i leghisti come il sindaco», continua Righetti, «ma i tecnici comunali lavorano con noi senza problemi: noi offriamo il nostro servizio, e dal punto di vista operativo non c’è nessun contrasto».

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