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Dal Kashmir alla Casa Bianca

Chi è Farah Pandith, emissaria di Obama per l'Islam

di Redazione

La Rappresentante speciale
per le comunità musulmane
è nata a Srinagar.
Dopo una brillante carriera
accademica è approdata
ai vertici del governo:
«La mia storia è la prova che l’integrazione è possibile.
I buoni esempi sono le migliori armi contro i pregiudizi».
Ecco com’è nato
l’incontro con Yalla Italiadi Layla Joudè
Elegante tailleur nero e un sorriso degno del suo nome, Farah, che in arabo significa “gioia”. Così ci ha accolte nel suo ufficio all’interno del Dipartimento di Stato americano a Washington, Farah Anwar Pandith, nominata da Hillary Clinton, nel giugno del 2009, Rappresentante speciale per le comunità musulmane. Un piacere e un onore conoscerla in occasione del viaggio, organizzato dalla missione diplomatica Usa in Italia, che ha coinvolto alcune delle ragazze della redazione di Yalla.
Immigrata negli Stati Uniti con la sua famiglia, all’età di un anno, da Srinagar, nel Kashmir, Farah Pandith è cresciuta nel Massachusetts. Dopo essersi diplomata alla Milton Academy, ha frequentato lo Smith College di Northampton (Massachusetts) dove ha ottenuto la laurea in Government and psychology. Nel 1995 ha concluso il master in Law and Diplomacy presso la Tufts University dove si è specializzata in International Security Studies, Islamic Civilizations & Southwest Asia, e International Negotiation & Conflict Resolution. Ha scritto la sua tesi di master sull’insurrezione in Kashmir della fine degli anni 80.
Ha dichiarato che «vede la sua esperienza personale come una prova di come gli immigrati musulmani negli Stati Uniti possono integrarsi positivamente nella società americana». Il suo approdo ai vertici della diplomazia americana non inizia con quest’ultima nomina. Farah infatti è stata, negli ultimi due anni dell’amministrazione Bush, consulente al sottosegretario per gli Affari europei ed euroasiatici, mentre dal 2004 al 2007 ha svolto il ruolo di direttore per le iniziative nel Medio Oriente all’interno del Consiglio per la sicurezza nazionale . Ha lavorato inoltre presso l’Ente per lo sviluppo internazionale all’inizio degli anni 90 e nuovamente nel 2003.

Cambiamenti positivi
La creazione dell’Ufficio del Rappresentante speciale è una chiara dimostrazione di quanto sia importante in questo momento per l’amministrazione americana perseguire i propositi esposti dal presidente Obama nel suo discorso al Cairo, andando oltre le parole, dimostrando il proprio impegno nei fatti. Conoscendo il progetto di Yalla Italia, Farah durante il suo ultimo viaggio in Europa ha incontrato la redazione ed ha ascoltato con attenzione le nostre domande rispondendo con decisione e dimostrando un sincero interesse per il nostro impegno, incoraggiandoci con fermezza e ispirando positività attraverso la fiducia che dimostra di riporre nei giovani, sicura del fatto che «se si comincia a produrre un cambiamento positivo nella propria comunità, e si trova un collegamento con i propri amici che stanno facendo la stessa cosa, si può creare un proprio modo di raccontarsi e polverizzare i pregiudizi che possono avere gli altri, facendo vedere alla gente qualcosa di diverso e positivo».
Una determinazione e un’energia che di certo incoraggia, ma soprattutto che suscita ammirazione nei confronti di una donna, musulmana, che ha deciso di impegnare la sua vita nel dare un sincero e reale contributo alla propria nazione e alla società, oggi sua, domani nostra.
Un impegno a cui dovremmo assolutamente partecipare, soprattutto perché, come ci ricorda Farah, «ogni singola persona può cambiare le cose».

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