Non profit
DARFUR. 5 milioni di euro dall’Italia per il peacekeeping
La voce compare nel decreto di rifinanziamento delle missioni all'estero approvato ieri dalla Camera
di Redazione
Il governo italiano ha autorizzato la spesa di 5.573.720 di euro per concorrere alle azioni necessarie a garantire il ristabilimento della pace nel Darfur, la protezione della popolazione civile e la prosecuzione delle attività di assistenza umanitaria. La voce compare nel decreto di rifinanziamento delle missioni all’estero approvato ieri dalla Camera. Il contributo italiano sarà concentrato sul trasporto aereo di personale ed equipaggiamenti per lo schieramento definitivo dei contingenti militari stranieri che partecipano alla missione.
L’Italia si è detta pronta a fornire il supporto logistico necessario all’Unamid per muoversi in una regione grande quanto la Francia e priva di infrastrutture. «La pianificazione al Coi (Comando Operativo di vertice Interforze) è ancora in corso» avevano riferito all’inizio dell’anno fonti militari ad Apcom, «sono già pronti a partire due velivoli, un C-27J e un C-130J per il trasporto tattico. Al momento non è ancora stato deciso se la missione italiana comporterà l’impiego di entrambi o di uno solo».
A esprimere soddisfazione oggi con un comunicato è l’associazione “Italians for Darfur” che nei giorni scorsi aveva fatto appello al governo italiano perché desse il suo contributo, come richiesto dal segretario generale dell’Onu, alla missione Unamid incaricata del peacekeeping nella regione sudanese. «Questo voto rappresenta per Italians for Darfur una importante vittoria per la nostra associazione» afferma la presidente Antonella Napoli, «ringraziamo il ministro della Difesa e il presidente del consiglio per aver raccolto i nostri appelli, ma il nostro grazie più sentito va a quei parlamentari che si sono fatti portavoce delle nostre istanze in Parlamento. Il Darfur è diventato finalmente una priorità anche per il nostro Paese e siamo lieti di constatare che il provvedimento sia passato a stragrande maggioranza. Un voto trasversale che fa ben sperare anche per il passaggio per l’approvazione definitiva al Senato».
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