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Delitti e follie dell’eterna Disneyland

di Redazione

Pezzi. Qualche tempo fa un grande scrittore americano, recentemente scomparso, Saul Bellow sosteneva che dopo l’11 settembre del 2001 sarebbe “finito Disneyland”. Purtroppo aveva sbagliato la previsione. La vita, soprattutto dei giovani, è sempre più ridotta ad un continuo parco di divertimenti e di consumi. Anche statisticamente aumentano i giovani che né studiano né lavorano. Vivono di televisione, e di computer, magari di uscire la sera. Girate le nostre città di notte e troverete in giro i segni di questa Disneyland continua. In Italia, a volte, sembra che lavorino solo gli extracomunitari. Gli italiani, i giovani italiani, più che altro si divertono. Anche i delitti nascono così, in questo clima. Sabato sera, il 22 maggio, anche se lo ha confessato solo adesso, in un appartamento di un condominio del quartiere San Massimo a Verona, Piergiorgio Zorzi sta guardando in tv ad altissimo volume la finale della Champions League Inter-Bayern. Suo padre, 66 anni, è nella stanza accanto e gli chiede di abbassare. Per tutta risposta il 21enne lo uccide, finendolo con un coltello da cucina. Nei giorni seguenti lo fa a pezzi e poi lo nasconde. Finché la Polizia scopre tutto.
Pareti. A Bordighera un ragazzo di 14 anni, richiamato dal padre perché smettesse di giocare alla Playstation e andasse a dormire, si è messo a dare testate al muro, sulle pareti delle sua cameretta, in preda ad una crisi di nervi. Crisi che ha avuto fine solo quando è arrivato il personale del 118, chiamato dai genitori. I sanitari sono rimasti stupiti di ciò che stava accadendo. I giornali hanno proposto i commenti di psichiatri ed esperti sul conflitto generazionale.
Balconi. Una donna di 32 anni ha lanciato dal balcone della sua abitazione, al secondo piano, la figlia di sei mesi che ora rischia di morire dopo una caduta di circa 8 metri. È accaduto a Passo Corese, una frazione di Fara Sabina in provincia di Rieti, dove la donna, nata a Roma, il suo compagno e la bimba vivevano. Dopo la nascita della piccola alla donna, una casalinga, era stata diagnostica una sindrome depressiva post partum ed era in cura da uno psicologo che le aveva prescritto una terapia farmacologica. Il suo convivente, un operaio, è distrutto. Non si dà pace e si dispera per non aver capito la gravità della situazione e continua a ripetere che se solo avesse intuito da un gesto o da una frase, tutto questo non sarebbe successo. La donna ha spiegato: «Sì sono stata io, ma non so per quale motivo l’ho fatto. Solo ora mi sto rendendo conto». A Disneyland si esce di testa anche così.

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