Non profit

«Democrazia vuol dire scegliere chi ti piace e non chi piace agli altri»

«Io, candidata esclusa, vi dico: niente allarmismi»

di Redazione

Sharia che non può far rima con democrazia; un pugno di salafiti trasformeranno l’Assemblea costituente in una madrasa; alle turiste europee non sarà permesso di indossare il bikini in spiaggia mentre nei cinema gli uomini saranno separati dalle donne. Ne sentiamo di tutti i colori qui in Occidente sull’esito delle elezioni in Tunisia. Come tunisina residente in Italia da anni e capolista non eletta di una lista laica “Tunisini oltre le Frontiere” ritengo che l’allarmismo nei confronti dei risultati elettorali sia smodato e che per ora non ci siano elementi per definire tradite le aspettative democratiche riposte dai giovani e in particolare delle donne.
Mentre noi tunisini siamo concentrati “sul cosa di positivo e di giusto per il Paese” faranno i vincitori delle elezioni e come cercheremo di farlo insieme, l’Occidente è ancora focalizzato “sul chi” essi siano. Allora, lasciate che vi aiuti a svelare la loro identità. Il popolo tunisino ha scelto di porre la sua fiducia, fino ad oggi inesistente, in quelle figure politiche che per anni hanno rappresentato il coraggio di chi si oppone al regime autocratico di Ben Ali. La stigmatizzazione che va avanti da anni dell’islam in terra di islam ha visto nascere, dopo la rivoluzione in Tunisia, in una grande parte del popolo una voglia di riappropriarsi dell’identità arabo-musulmana. Per cui non è affatto sorprendente che le prime elezioni siano state vinte da un partito islamico come Ennahda seguito da un partito di sinistra, Cpr – Congresso per la Repubblica. Essi, a chi fosse sfuggito, si sono espressi chiaramente per una Repubblica democratica ma in cui viene salvaguardata l’identità del popolo.
Il 40% degli elettori che hanno scelto Ennahda si sono riconosciuti in questo movimento portatore dei valori tradizionali ma che ha promesso di salvaguardare i diritti delle donne e mantenere paritario a quello degli uomini il loro status giuridico. Infatti, la presenza consolidata delle donne nella vita pubblica in Tunisia si è vista rafforzare con la presenza del 24% di donne nell’Assemblea costituente grazie alla legge elettorale che ha imposto la parità nelle liste con obbligo di alternanza tra uomini e donne. Questo ha fatto sì che il partito islamico abbia potuto far eleggere i suoi candidati capolista (in maggioranza uomini) ma anche quelle donne che nelle liste occupavano la posizione numero due.
La nuova democrazia in Tunisia è quella che vede un partito islamico portare il più gran numero di donne nell’Assemblea costituente ma anche il popolo a decidere autonomamente chi gli piace e non chi piace agli altri.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it