Famiglia

Denatalità: il 70% dei giovanissimi vorrebbe almeno un figlio

Il report "Cambiare Paese o cambiare il Paese. Dossier 2025: dai numeri alla realtà”, realizzato dalla Fondazione per la natalità in collaborazione con Istat, presenta un’Italia con il record negativo assoluto di nascite, sempre più anziana ma con i giovani che desiderano famiglia e figli. «Senza un cambio di rotta deciso, il declino demografico diventerà strutturale. La denatalità è una sfida e può essere vinta solo se tutti – istituzioni, imprese, università, cittadini – si assumono il compito di trasformare i numeri in realtà», ha detto Gianluigi De Palo, presidente Fondazione per la natalità

di Ilaria Dioguardi

In Italia si fanno sempre meno figli, ma non perché non si voglia. Nel 2024 le nascite sono scese a 370mila, toccando il minimo storico. Eppure, il 69,4% dei giovani tra 11 e 19 anni dichiara di volere figli e tra questi l’80% ne desidera due o più. È la prova di un divario crescente tra ciò che le persone desiderano e ciò che riescono a realizzare. Un tema che Cambiare Paese o cambiare il Paese. Dossier 2025: dai numeri alla realtà, presentato a Roma, all’Università Luiss, e realizzato dalla Fondazione per la natalità in collaborazione con Istat, analizza in profondità, offrendo uno sguardo aggiornato e concreto sulla crisi demografica che attraversa l’Italia.

«Ci rifiutiamo di credere, come affermano alcuni, che i giovani d’oggi tra uno spritz e un figlio scelgano lo spritz. Mettiamoli prima nelle condizioni di scegliere davvero. Poi vedremo cosa sceglieranno», dice nel dossier Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità. «La natalità non è una battaglia ideologica, non è un tema di parte. È una questione di libertà. Lo ripetiamo da anni: oggi è libero di non avere figli chi non li vuole, ma non è libero di averne chi li desidera. E questa non è libertà. È una privazione silenziosa, che passa inosservata ma pesa come un macigno sul futuro del Paese».

In 60 anni oltre 600mila nascite in meno

«Il titolo che abbiamo scelto per il dossier e per i prossimi Stati generali della natalità è volutamente provocatorio: Cambiare Paese o cambiare il Paese? Questa è la vera alternativa davanti alla quale molti giovani si trovano», ha detto De Palo durante l’incontro, davanti a molti studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Roma, coinvolti nel progetto “Voglia di futuro” portato avanti dalla fondazione in alcuni istituti scolastici, sul tema della natalità.
Il dossier ha l’ambizione di provare a parlare di questo tema ai ragazzi «perché è un argomento che ci riguarda tutti, estremamente importante, che siamo convinti debba diventare popolare. L’Italia sta vivendo una situazione tragica. In 60 anni siamo passati da oltre un milione di nuovi nati all’anno (nel 1964 erano un milione 35mila, ndr) ai 370mila del 2024».

Ogni anno si “perde” l’equivalente di una città

Nel 2024 si è registrata una differenza tra nascite e decessi di 281mila nuovi nati, «l’equivalente di una città come Venezia. L’anno precedente la differenza fu di 291mila persone, quasi come Verona, nel 2022 di 322mila, quasi come Bari, nel 2021 di 301mila, quasi come Catania, nel 2020 la differenza tra nascite e morti fu di 335mila, quasi come Firenze. Se continuiamo così, negli ultimi 10 anni perderemo quasi una città come Roma», ha continuato De Palo.

1,18 figli per donna

La popolazione, che si compone del movimento naturale e di quello migratorio, cala. «Quello naturale è fortemente negativo perché nascono pochi bambini, la media è di 1,18 figli per ciascuna donna in età fertile, il più basso d’Europa, e non c’è stato mai in Italia un valore così basso», ha affermato Francesco Maria Chelli, presidente Istat. «Dovremmo avere un valore di 2,1 per mantenere un equilibrio».

Quasi il 70% dei ragazzi desidera figli

Questa situazione è irrecuperabile? «No, perché dalle indagini sui ragazzi emerge che hanno progetti di genitorialità». Il dossier svela che il 74,5% dei ragazzi tra 11 e 19 anni, in futuro, si immagina in coppia, il 72,5% sogna il matrimonio; inoltre, il 69,4% degli intervistati desidera figli e, tra questi, l’80% ne vorrebbe due o più. A ostacolare questi desideri è la realtà: il 34% dei ragazzi e il 59% delle ragazze valutano di trasferirsi all’estero. Chelli ha continuato dicendo: «Dovremmo cercare di fare del tutto per accendere una “luce” sul problema della natalità. Se andiamo nelle aree interne questo fenomeno è ancora più drammatico, nelle piccole località continuano a chiudere le farmacie, gli uffici postali, gli sportelli bancari».

Le domande dei ragazzi

Forse bisogna partire da alcune domande che hanno posto, durante l’incontro, alcuni giovani provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado di Roma. Ludovica ha chiesto: «In Italia la difficoltà a trovare il lavoro porta ad accettare l’impiego che ci sembra sicuro. Noi giovani dobbiamo inseguire i nostri sogni o ciò che ci conviene per assicurarci un futuro dignitoso?». Flavio ha domandato: «Come ci orientiamo nel mondo del lavoro, visto che ci sono giovani che cercano lavoro e non lo trovano, e nello stesso tempo figure professionali che non vengono ricoperte?». Da tutti i ragazzi che sono intervenuti è stato lanciato un invito accorato ad una formazione più pratica e personalizzata, per non uscire dagli istituti superiori senza un’idea su cosa fare e senza una preparazione adeguata ad affrontare il mondo del lavoro.

Servono politiche serie, strutturate e di lungo periodo

Durante l’evento, De Palo ha lanciato un appello: «Siamo davanti a una delle più grandi emergenze del nostro tempo, ma facciamo finta che sia solo un problema statistico. In realtà, dietro ogni numero c’è una speranza mancata, un sogno rimandato una scelta che diventa rinuncia. Gli italiani vogliono figli, ma lo Stato, il mercato del lavoro e il contesto sociale non li aiutano a realizzare questo desiderio», ha proseguito. «Finché diventare genitori rappresenterà la seconda causa di povertà in Italia, dopo la perdita del lavoro, continueremo a vedere calare le nascite e crescere la frustrazione. Servono politiche serie, strutturate, di lungo periodo, capaci di costruire fiducia. La natalità non è un tema ideologico, ma una questione di giustizia e di visione. Se non agiamo ora, il futuro dell’Italia sarà già scritto».

Una sfida da affrontare insieme

«Senza un cambio di rotta deciso, il declino demografico non solo continuerà, ma diventerà strutturale. La denatalità è una sfida. E può essere vinta solo se tutti – istituzioni, imprese, università, cittadini – si assumono il compito di trasformare i numeri in realtà», ha concluso De Palo. Di questo si parlerà nella prossima edizione degli Stati generali della natalità dal titolo Cambiare Paese o cambiare il Paese?, che si svolgerà il 27 e 28 novembre 2025 presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma.

Foto di apertura di Christian Bowen su Unsplash e, nell’articolo, dell’ufficio stampa di Fondazione per la natalità. Video dell’autrice

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