Non profit
«Diamo ai Paesi in via di sviluppo strumenti di valutazione appropriati»
Shonali Pachauri - Int. Institute for Applied Systems Analysis
di Redazione
Quando parliamo di accesso all’energia dobbiamo ricordare la complessità di questo tema, che comprende sia l’accesso ai servizi energetici di base, sia i processi di elettrificazione più evoluti. Questi ultimi sono sicuramente molto importanti per lo sviluppo, ma non possono essere raggiunti senza che venga prima assicurato l’accesso all’energia necessario a garantire lo svolgimento di attività necessarie alla sopravvivenza, come il riscaldamento e la possibilità di cucinare. Solo dopo aver assicurato alle popolazioni l’accesso energetico di base, si può cominciare a parlare di accesso evoluto, per fini industriali o di trasporto.
Ma quando i governi si impegnano in questo senso devono definire esattamente quello che stanno facendo e delineare dei target precisi. C’è infatti un enorme bisogno di valutare e quantificare l’accesso all’energia: l’enorme impatto esercitato dalla mancanza di accesso all’energia a livello sanitario, sociale ed economico è ormai noto. È importante però capire quali siano le conseguenze esatte della distribuzione energetica, quando i progetti vengono effettivamente messi in atto. C’è la necessità di avere informazioni scientifiche riguardo le conseguenze positive dell’accesso in termini sociali, sanitari e di produttività, questi per esempio potrebbero essere alcuni modi di misurare il valore dell’accesso, così da poter capire esattamente qual è il ritorno dell’investimento nello sviluppo energetico a diversi livelli.
È fondamentale che vengano dati ai governi dei Paesi in via di sviluppo gli strumenti per intraprendere una pianificazione energetica che sia integrata e volta al conseguimento di obiettivi diversi eppure correlati, che non si occupi solo dello sviluppo delle aree petrolifere, ma che sia volta anche all’accesso energetico della popolazione. La mancanza dell’accesso energetico ha ripercussioni sociali di portata enorme che però non sono immediatamente identificabili. Tra esse vi è ad esempio l’immigrazione, che è tra le principali conseguenze della mancanza dei servizi energetici di base. L’accesso all’energia è determinante per la qualità delle condizioni di vita e quando questo manca, le persone sono costrette ad abbandonare le aree rurali e ad emigrare. Fino ad ora l’approccio alla pianificazione energetica è stato a reparti stagni ma la chiave per ottenere risultati soddisfacenti sta nell’analizzare il tema dell’accesso all’energia in modo integrato, tenendo in considerazione anche i cambiamenti demografici e gli obiettivi di sviluppo. Adottando questo approccio, coinvolgendo i vari stakeholder interessati all’accesso energetico e lavorando insieme potremo attivare scambi, creare sinergie e cogliere nuove opportunità per contribuire all’accesso energetico globale.
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