Non profit

Dibattito da aprire, ma al momento giusto

di Redazione

Egregio direttore,
come lei ben sa, molti degli enti che appartengono alla Cnesc hanno contribuito a scrivere la storia del servizio civile in questo nostro Paese, ieri con l’obiezione di coscienza ed oggi con il servizio civile nazionale su base volontaria, e da sempre ci siamo impegnati per far sì che questa opportunità sia per i giovani un’esperienza ricca sia dal punto di vista formativo che di contenuti, che contribuisca, insieme ad altre esperienze, a costruire percorsi di pace e di difesa dei diritti, che sia parte di quella difesa della patria non armata e nonviolenta che, sostanzialmente, i soggetti del privato sociale costruiscono ogni giorno in questo nostro Paese. Siamo convinti che, nei momenti di crisi, non possiamo e non dobbiamo abbassare lo sguardo e preoccuparci solo dell’immediato futuro, ma dobbiamo provare a guardare lontano, ed operare per il futuro di questo nostro Paese.
È nostra convinzione che l’attuale istituto del servizio civile nazionale sia uno strumento efficace ed efficiente per mettere le basi stabili di un futuro di solidarietà, di giustizia e di pace a questo nostro Paese, nel far crescere cittadini attivi, responsabili. Abbiamo più volte denunciato il drammatico taglio dei fondi che nel giro di pochi anni sta azzerando la possibilità, per i tanti giovani che lo desiderano, di poter vivere questa esperienza. Noi siamo convinti che oggi la priorità è fare una scelta politica chiara sul futuro del nostro Paese e sul futuro dei nostri giovani, garantendo ai tanti giovani che liberamente scelgono, la possibilità di fare questa esperienza. Noi siamo convinti che il punto di partenza sia rifinanziare il servizio civile nazionale per garantire la continuità di un istituto della Repubblica preso a modello in Europa, sempre apprezzato dal nostro Presidente della Repubblica. Sicuramente ci sono tanti aspetti dell’attuale legge che possono essere rivisti e possono far chiarezza sia sulle finalità dell’istituto stesso che sui ruoli che i diversi soggetti che contribuiscono alla organizzazione e gestione di questa esperienza devono giocare per evitare sterili e improduttive sovrapposizioni. In tal senso, la Cnesc ha da anni presentato le sue proposte per riformare la legislazione vigente, così come da decenni alcuni degli enti che compongono la Cnesc hanno elaborato riflessioni per allargare la platea dei giovani destinatari del servizio civile.
In merito alla proposta lanciata con il Manifesto per un servizio civile universale siamo disponibili ad aprire un confronto sul come garantire a tutti i giovani che lo desiderano la possibilità di fare l’esperienza del servizio civile, a cominciare dai sistemi di cofinanziamento, fatto salvo l’assegno mensile dei giovani, ma ci sembra fuorviante, data la situazione attuale del finanziamento dell’Scn, aprire in questo momento un dibattito politico dai tempi lunghi ed incerti, senza prendere gli urgenti provvedimenti necessari per ridare prospettiva a questa esperienza particolarmente apprezzata dai giovani.