Welfare
Dieci famiglie di Triboniano denunciano Moratti e Maroni
"Vogliamo l'assegnazione delle case promesse mesi fa". Le abitazioni sono pronte ma il ministro dell'Interno aveva bloccato il suo stesso Piano
di Redazione
I rom ‘sfidano’ l’amministrazione comunale, e non solo, sul fronte degli alloggi. Dieci rom del campo milanese di via Triboniano, infatti, hanno presentato un ricorso in sede civile nei confronti del sindaco di Milano Letizia Moratti, del prefetto Gian Valerio Lombardi e del ministro dell’Interno Roberto Maroni, perchè vengano assegnate a loro quelle case promesse ai tempi dei ‘progetti di autonomia abitativa’ prima sottoscritti dall’amministrazione comunale e dalla Prefettura, poi ‘bloccati’. Gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, che hanno presentato il ricorso al Tribunale di Milano, fanno riferimento, in particolare, all’accordo firmato mesi fa dal Comune e dalla Prefettura, con il quale erano state individuate ”le famiglie rom destinatarie degli alloggi Aler (di edilizia popolare, ndr)” con ”l’assegnazione nominativa a famiglie attualmente residenti nel campo Triboniano”, che dovrebbe essere sgomberato nelle prossime settimane.
I rom chiamano ora in causa anche il ministro Maroni, che durante una conferenza stampa di fine settembre scorso disse che i rom non avrebbero potuto acquisire gli alloggi indicati nei rispettivi progetti (leggi qui), bensì altri, che sarebbero stati reperiti facendo leva ‘sul gran cuore di Milano’. Ma ad un mese da quelle affermazioni, si legge nel ricorso, i nomadi ”non hanno potuto fare ingresso negli alloggi loro assegnati” e il Prefetto ”non ha piu’ convocato alcun abitante del campo di via Triboniano per la sottoscrizione dei progetti di autonomia”. Nel frattempo, spiegano ancora i legali, ”amministratori e politici hanno ripetutamente dichiarato alla stampa che ai rom non sarebbe mai stata data alcuna casa popolare”. Per questo i dieci chiedono che il Tribunale accerti e dichiari ”il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalle amministrazioni convenute” e ordini ”di dare pieno e esatto adempimento” ai progetti di alloggio nelle case popolari.
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