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Diego, figlio d’arte. Cosa può fare un non udente

Storie di volontari/1

di Redazione

«Vengo da una famiglia di persone sorde e quindi la mia è una cultura sorda», premette. con l’aiuto di una volontaria che conosce la lingua dei segni, Diego Pieroni, 27enne impiegato di Senigallia, volontario non udente del Filo d’oro da 5 anni e presidente provinciale dell’Ens – Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi. «Rendendomi conto di come sia più difficile vivere per le persone sordo-cieche, ho deciso di aiutarle anche attraverso una comunicazione che condividiamo, la Lis. Per me è più facile rispetto ad altri volontari: i nostri mondi sono piuttosto simili. So che devo prestare loro i miei occhi». Diego potremmo definirlo un figlio d’arte: «La mia famiglia fa donazioni alla Lega del Filo d’oro da quando ero piccolo». Anche da qui, la scelta di diventare volontario. «Sento che posso dare qualcosa per la loro qualità di vita. Sento che è una cosa importante e che la posso fare. Per me è stato un passo piuttosto semplice, entrare – da persona sorda – nel mondo delle persone sordo-cieche e quindi nel mondo del Filo d’oro». Non contento, sta cercando di coinvolgere altri non udenti. «I volontari sordi sono pochi. Forse la Lega dovrebbe essere più visibile per loro, attrarli con specifiche iniziative. Sono contento perché i volontari non mancano, ma qualche volta c’è bisogno di una qualità specifica, che si può manifestare anche attraverso la presenza delle persone sorde. È importante che aumenti la loro presenza. È importante ed estremamente bello».

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