Economia
Diossina: crollano i consumi di prosciutti low cost
In base a un monitoraggio della Coldiretti dopo l'allarme diossina è cresciuta la domanda di prodotti biologici, tipici e Doc
di Redazione
Crollano i consumi di formaggi e prosciutti low cost spesso ottenuti da maiali stranieri anche se “spacciati” come nazionali, mentre tengono quelli di uova grazie all’etichettatura di origine e sale la domanda di biologico, tipico e “Doc”, soprattutto per i salumi che garantiscono l’origine Made in Italy.
È quanto afferma la Coldiretti sulla base del monitoraggio effettuato attraverso le proprie strutture territoriali dopo che l’emergenza diossina scoppiata in Germania si è diffusa in tutta Europa estendendosi dalle uova alla carne di maiale con implicazioni sul commercio internazionale come la sospensione delle importazioni di uova e carne di maiale e loro derivati da parte della Cina.
L’etichettatura si conferma come uno strumento di rassicurazione importante nell’evitare un effetto psicosi nei consumi come – sottolinea la Coldiretti – si era già dimostrata efficace nei precedenti allarmi sanitari sulla mucca pazza per la carne bovina e per l’aviaria in quella di pollo, con i consumi che si sono ripresi solo dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta. L’obbligo di etichettatura, tra i prodotti minacciati dall’emergenza diossina, è però in vigore solo per le uova, la carne di pollo, il latte fresco che infatti – rileva la Coldiretti – non hanno risentito di un calo negli acquisti. A differenza dei salumi, mozzarelle e dei formaggi, per i quali l’etichettatura non è obbligatoria, la paura sta penalizzando soprattutto i consumi di prodotti low cost ottenuti molto probabilmente da latte e carne di maiale stranieri, mentre sembrano avvantaggiarsi i prodotti biologici, a denominazione di origine (Dop) e quelli acquistati direttamente dagli allevatori o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
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