Famiglia

Diritti globali: aumentano le italiane inattive

Secondo il Rapporto sui diritti globali 2008 tra il 2002 e il 2005 il tasso di attività femminile è diminuito dal 62,9% al 62,4%

di Redazione

L’obiettivo dell’Agenda di Lisbona che fissa al 60% la percentuale di lavoro femminile da raggiungere nei
paesi Ue per il 2010 in Italia “appare irraggiungibile”, visto che nel 2006 nel nostro paese la soglia era situata al 46,3%. È quanto emerge dal Rapporto sui diritti globali 2008 secondo il quale tra il 2002 e il 2005 il tasso di attività femminile è diminuito dal 62,9% al 62,4% e il numero delle donne inattive in Italia è salito di 300.000 unità.
Nel 2006, si legge nel Rapporto, vi è stata una inversione di tendenza ma solo il 36,7% delle donne è stato assunto con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. La presenza femminile nel sommerso è stata calcolata in 1.350.000 unità, il 47,4% dell’occupazione irregolare complessiva.
“Rimangono gli ostacoli costruiti da una politica di welfare poco attenta alla conciliazione tra tempo di lavoro retribuito e tempo di attività non retribuita a partire da quella delle madri. L’Italia -afferma il Rapporto- è uno Stato in cui si parla molto di familiga, per fare ben poco per le famiglie”.

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