Non profit

DOHA. Marelli: «La crisi non sia pretesto per decurtare i fondi allo sviluppo»

Il direttore generale di Volontari nel mondo Focsiv anticipa alcuni dei punti contenuti nel documento di poszione sulla Conferenza di Doha che si terrà in Quatar dal 29 novembre al 2 dicembre

di Redazione

«Ci aspettiamo che siano predisposti strumenti per la cooperazione in materia fiscale nell’ambito delle Nazioni Unite, per non incentivare la fuga di capitali e garantire sistemi di tassazione efficienti nei Paesi in Via di Sviluppo, eliminare i paradisi fiscali, per un maggior rigore nella rendicontazione delle multinazionali e una migliore regolamentazione del sistema finanziario internazionale». Non lo manda a dire Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo Focsiv: la crisi finanziaria non può giustificare la sottrazione di risorse allo sviluppo.
In vista della Conferenza di Doha che si terrà in Quatar da domani al 2 dicembre, occasione per una revisione del Monterrey Consensus del 2002, Marelli mette in evidenza alcuni punti contenuti nel documento di posizione Focsiv. Proprio per la particolare circostanza storica di oggi, lo sviluppo deve essere perseguito, «sperimentando con coraggio meccanismi innovativi di finanziamento, laddove gli stati sembrano incapaci di mantenere gli obiettivi fissati in materia di aiuti pubblici allo sviluppo».
Da anni, Focsiv avanza le sue proposte: innanzitutto, l’introduzione di una tassa sulle transazioni valutarie che, non solo permetta di generare risorse, ma funga da deterrente nei confronti di comportamenti illeciti come le speculazioni finanziarie. Secondo, la cancellazione del debito e l’applicazione di criteri per una concessione responsabile di nuovi crediti che prevengano ulteriori crisi del debito. Infine, la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, necessaria per ridefinire una governance mondiale che non emargini i paesi più poveri: «Ad oggi», dice Marelli, «il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, l’Organizzazione mondiale del commercio hanno perseguito politiche più a vantaggio delle economie industrializzate che delle economie in via di sviluppo, con gli effetti che vediamo».
La Conferenza, alla quale parteciperanno tutti i paesi membri delle Nazioni Unite, e una significativa rappresentanza delle Ong e delle associazioni che lavorano sui temi dello sviluppo, «è l’occasione per un confronto serio sulla necessità di ripensare le priorità e sulle modalità di azione della comunità internazionale», conclude Marelli. «Perché, come si legge nella nota del Pontificio consiglio giustizia e pace approvata dalla Santa Sede non basta predisporre un ammontare adeguato di finanziamenti per pensare di ottenere lo sviluppo. Esso non è tanto il risultato che si troverà alla fine, ma la strada che giorno per giorno viene tracciata dalle scelte concrete di molteplici attori:  Governi donatori e riceventi, organizzazioni non governative, comunità locali».

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