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Donazioni al Terzo settore, dietrofront del Governo sul taglio alle detrazioni

Nella versione del decreto Irpef attuativo della delega fiscale elaborato dopo il parere delle Commissioni parlamentari salta il taglio alle detrazioni per le donazioni effettuate a onlus, associazioni e enti di Terzo settore. La franchigia di 260 euro resta per le donazioni effettuate a partiti

di Sara De Carli

Giancarlo Giorgetti, ministro
Foto di © Stefano Carofei/Sintesi

Per garantire il massimo sostegno alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, alle associazioni che si occupano di iniziative umanitarie (religiose o laiche) e agli enti del Terzo settore, anche in considerazione delle osservazioni in merito formulate dalle competenti Commissioni parlamentari, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di modificare il testo approvato in esame preliminare nella parte relativa alle disposizioni di revisione della detrazione dall’imposta lorda, spettante per l’anno 2024, per le erogazioni liberali a favore di tali soggetti. Anche nel 2024, quindi, le donazioni effettuate verso questi soggetti non saranno sottoposte alla decurtazione di 260 euro, che rimane invece ferma per le erogazioni liberali in favore dei partiti politici.

Così recita il testo pubblicato a margine del Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2023, confermando il cambio di rotta già trapelato nei giorni scorsi in Commissione. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame definitivo, quattro decreti legislativi di attuazione della delega al Governo per la riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111). Nella versione del decreto Irpef attuativo della delega fiscale elaborato dopo il parere delle Commissioni parlamentari salta quindi il taglio alle detrazioni per le donazioni effettuate.

Un bel dietrofront rispetto alla posizione dei mesi scorsi, in cui il Governo – fingendo che non esistesse un tema culturale – sosteneva che 260 euro di franchigia per chi ha 50mila euro di reddito, difficilmente avrebbero impattato. «Questi donatori se lo possono permettere», aveva detto la viceministra Bellucci alle organizzazioni del Comitato editoriale di VITA. Bene che abbiano cambiato idea.

Il tema è proprio culturale, tant’è che una delle proposte di Terzjus, nei mesi scorsi, è stata proprio quella di aumentare la quota della donazione che sia detraibile. «Chiediamo di portare dal 30% al 35% la detrazione le donazioni agli Ets e dal 35% al 40% quelle per le Odv. Un modo per provare a spingere i contribuenti con maggiori disponibilità di reddito a metter mano in modo più deciso al portafoglio», affermava Luigi Bobba, presidente di Terzjus. 


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Per Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, «è una buona notizia e apprezziamo che il Governo sia tornato sui suoi passi rispetto a una misura che avrebbe inciso negativamente sulla propensione al dono degli italiani, senza tuttavia apportare grandi guadagni per le casse dello Stato. Dopo una battuta d’arresto legata alla pandemia, le persone stanno riprendendo a donare: è un gesto di solidarietà e un impegno civico alla portata di tutti che va incoraggiato, e le detrazioni fiscali, previste anche dal Codice del Terzo Settore, sono uno strumento efficace per farlo». Resta invece l’attesa della conferma che nel testo del decreto Milleproroghe ci sia «lo slittamento al 31 dicembre 2024 dell’entrata in vigore del nuovo regime Iva per gli enti non commerciali, compresi quelli di Terzo settore che, seppur non risolutivo, aiuterebbe molto soprattutto le piccole associazioni», conclude Pallucchi.

Foto di Stefano Carofei/Sintesi


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