Famiglia
Droga, Fict: “La legge Fini è da cambiare”
Ieri il presidente della Federazione don Egidio Smacchia in Parlamento ha espresso le sue perplessità in merito alla riforma della normativa sulle tossico e alcoldipendenze
di Redazione
Ieri alle 15.00, il Sac. Egidio Smacchia, in qualità di Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche – FICT, è stato invitato all’audizione sulle tematiche attinenti ai disegni di legge nn. 2953, 44, 488, 1113, 1322, 2599, 2922, 2985, presso l’Ufficio di Presidenza delle Commissioni riunite 2° (Giustizia) e 12° (Igiene e Sanità) del Senato della Repubblica.
La FICT ha espresso la propria posizione in materia di tossicodipendenze rappresentando 48 Centri dislocati in tutta Italia con oltre 600 servizi per tossicodipendenti, malati di AIDS, cocainomani, doppia diagnosi, detenuti in carcere, donne tossicodipendenti con bambini, minori, giocatori d’azzardo.
La Federazione Italiana Comunità Terapeutiche ha presentato un documento, in cui si afferma che:
1/ drogarsi non è un diritto e quindi si ritiene fondamentale e qualificante che tutte le norme del DDL in oggetto siano ispirate alla centralità della dimensione educativa.
2/ senza sottovalutare i danni derivanti dall’uso delle cosiddette ‘droghe leggere’, la FICT invita a porre l’accento sulle diverse modalità d’uso anziché parlare di droga leggera e droga pesante.
3/ sia mantenuta la distinzione tra sanzione amministrativa per detenzione finalizzata all’uso personale e sanzione penale per detenzione finalizzata allo spaccio. Si propone una progressività di interventi amministrativi (tipo percorso a punti) per favorire e far emergere la dimensione educativa del provvedimento.
La finalità ultima dell’intervento sanzionatorio, sia esso amministrativo o penale, dovrà in ogni caso essere il recupero della persona prevedendo la possibilità del suo inserimento in un programma di recupero.
4/ Per quanto riguarda il percorso di recupero come alternativa al carcere, è opportuno equiparare il privato sociale al servizio pubblico soprattutto nell’individuazione di percorsi alternativi al carcere.
Si deve evitare il rischio di far diventare le Comunità terapeutiche ?strutture a custodia attenuata? esterne al carcere, con il pericolo di condizionarne l’intervento terapeutico e di vanificarne l’efficacia.
5/ chiede di garantire il recepimento in tempi brevi, da parte di tutte le Regioni, dell’Atto d’Intesa Stato-Regioni oggi in grave e inspiegabile ritardo.
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.