Welfare
DROGA. Muccioli: svizzeri rassegnati e indifferenti al disagio
Il responsabile della comunità di San Patrignano commenta il risultato del recente referendum svizzero che, tra l'altro, ha bocciato la depenalizzazione della cannabis. Ecco il suo pensiero
di Redazione
A me sembra che le decisioni assunte oggi a larga maggioranza nel referendum svizzero vadano lette con attenzione e in modo congiunto, come espressione di impotenza, incapacità e rassegnazione alla droga da un lato e di indifferenza e fastidio nel vedere il disagio per le strade, dall’altro. La maggioranza dei votanti sembrano dire: evitiamo di trasformarci nell’Olanda dei coffee shop, la qual cosa danneggerebbe la nostra immagine di paese ordinato e perbenista, ma togliamoci una volta per tutte i drogati da davanti agli occhi, dandogli quello che vogliono, con un medico che ci salva la coscienza, fin quando non saranno loro a togliere il disturbo.
Questa ci pare, in sostanza, il vero obiettivo della politica dei quattro pilastri, gambe di un tavolino che non può stare in piedi perché retto da una prevenzione che non esiste e di cui non sembra fregargliene niente a nessuno, da una terapia che non recupera ma cronicizza, e da una riduzione del danno (degli altri) che serve solo a nascondere sotto il tappeto i problemi dei più emarginati e soli. Il risultato che si ottiene è sacrificare la vita di centinaia di migliaia di persone, considerate scarti della società, spendendo tra l’altro, in modo assolutamente controproducente, miliardi di euro.
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