Bene ha fatto il governatore Lombardo a congelare il disegno di legge sul Piano Casa che doveva approdare al parlamentino siciliano. Il WWF, alla luce della tremenda alluvione che ha colpito il territorio di Messina e degli allarmi più volte lanciati in questi anni, indica tre importanti modifiche affinché l’attuale Piano Casa siciliano possa impedire ulteriori disastri: escludere esplicitamente l’applicazione degli interventi previsti nelle aree a rischio per il dissesto idrogeologico e nelle aree protette; porre un limite all’aumento della cubature; escludere gli interventi anche su immobili diversi da quelli residenziali, nel pieno rispetto di quanto stabilito nell’intesa dell’1 aprile 2009 tra governo e Regioni. Infatti, nel cosiddetto Piano Casa che sarebbe dovuto andare in discussione, denuncia il WWF, si rischiava di dare il via ad un’altra colata di cemento, mettendo a rischio le persone e il territorio.
Altro stop immediato riguarda il piano triennale delle opere pubbliche, che è stato pensato e redatto prescindendo dalla fragilità del territorio dove queste opere andavano a inserirsi. Ulteriore richiesta che il WWF ribadisce alla Regione riguarda l’abbattimento di tutte le opere abusive che possono comportare un rischio per la popolazione perché poste in aree destinate ad esondazioni, come le fiumare, o perché localizzate in aree instabili, come quelle franose o in prossimità di smottamenti.
«Il sindaco Buzzanca dovrebbe convocare la giunta per approvare lo stop alla variante del Piano regolatore e fermare il sacco edilizio, la scellerata urbanizzazione che negli ultimi anni ha avuto una forte accelerazione nel comune di Messina», dichiara Anna Giordano del WWF Sicilia. «Serve chiudere immediatamente tutti i cantieri che, proprio in variante al Piano regolatore, sono stati aperti senza le necessarie considerazioni territoriali ed analisi ambientali».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.